Bruxelles – Finché il Coronavirus non sarà debellato ovunque, non potrà considerarsi davvero sconfitto. La preoccupazione dell’UE non è rivolta solo all’interno dei propri confini, ma anche fuori dallo spazio europeo, tra i quei paesi e partner globali dove le conseguenze di una pandemia di tale entità potrebbero avere “effetti devastanti”.
La risposta dell’Unione europea, attraverso il cosiddetto “European Team Package” della Commissione europea, per un sostegno al contrasto del Covid-19 nei paesi partner, comprenderà un impegno finanziario fino a 20 miliardi di euro, di soldi già esistenti. Mettere a punto una strategia di solidarietà per aiutare i partner globali dell’UE era lo scopo della riunione informale del Consiglio Esteri dello sviluppo che si è tenuta oggi. “Una pandemia globale deve essere affrontata globalmente con azioni mirate e comprensive, che non lascino indietro nessuno”, dice Josep Borrell al termine del vertice.
Per l’alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’UE, il rischio a cui vanno incontro molti dei partner globali dell’UE, Africa tra tutti, è quello di avere ripercussioni devastanti sul piano socio-economico e politico, oltre che strettamente sanitario. È lì dove scarseggiano i medici, dove tamponi e dispositivi di protezione personale sono in numero insufficiente, dove l’accesso all’acqua potabile è ridotto, che deve farsi sentire l’impegno di solidarietà dell’UE. “Anche nelle difficoltà, Bruxelles deve continuare ad essere un grande attore della cooperazione a livello globale” ricorda Borrell.
Il grosso delle risorse messe sul piatto per aiutare i partner globali arriva da un riorientamento dei fondi e dei programmi già esistenti affinché possano essere indirizzati al contrasto del Coronavirus su più livelli. In sostanza, non si tratta di nuovi fondi. Tra le risorse impegnate, oltre 5 miliardi di euro di prestiti provenienti dalla Banca europea per gli investimenti saranno resi disponibili più rapidamente. “Nessun paese, assicura il capo della diplomazia europea, vedrà meno aiuti allo sviluppo”.
Dal continente africano all’Asia, America Latina e Caraibi. I fondi di sostegno andranno canalizzati seguendo principalmente tre linee direttive: rispondere alle crisi sanitarie immediate e alle necessità umanitarie dei paesi partner; rafforzare sistemi di acque potabili e fognarie nei paesi terzi; e infine, l’introduzione di misure di mitigazione per le conseguenze socioeconomiche alla crisi.
L’Africa, in particolare, rimane una priorità assoluta per l’Unione europea. Qui la crisi sanitaria potrebbe tradursi in conseguenze devastanti sul tessuto socio-economico e non solo sanitario. Per questo, 3,25 miliardi di euro saranno destinati esclusivamente al continente africano. Il sostegno, spiega Borrell, si concentrerà sul rafforzare la capacità di risposta all’emergenza e sulla preparazione di quei paesi che hanno sistemi sanitari più deboli. Focus anche sulla ricerca relativa al virus. E in particolare, quanto alla necessità di trovare un vaccino al Coronavirus assicura che “stiamo lavorando per arrivare a una soluzione, ma dobbiamo seguire protocolli etici molto rigidi”.