Bruxelles – Lo scandalo dieselgate rischia di costare molto caro a Volkswagen. La casa automobilistica tedesca può ritrovarsi sotto il fuoco legale incrociato, dopo che l’avvocato generale Manuel Campos Sánchez-Bordona ha stabilito che l’acquirente di un veicolo alterato può citare l’impresa costruttrice davanti ai tribunali dello Stato in cui il veicolo è stato acquistato.
Viene riconosciuto che il luogo in cui si è verificato il fatto che ha causato il danno è la Germania, “poiché è qui che sono stati fabbricati i veicoli gestiti”. Tuttavia, una volta uscite assemblate, è difficile stabilire dove le auto finiranno. Poiché la posizione del veicolo è “imprevedibile”, l’avvocato generale ritiene che il luogo in cui si è verificato il danno è “il luogo in cui la transazione con la quale la proprietà è diventata parte del patrimonio della persona interessata e ha causato la perdita”. In altre parole, il luogo di avvenuto acquisto.
Se la Corte di giustizia dell’UE, dovesse confermare l’impostazione dell’avvocato generale, chi ha comprato un modello Volkswagen in Italia potrà fare causa a Volkswagen dall’Italia, chi ha comprato un auto in Belgio potrà fare causa dal Belgio e così via. Si rischia una valanga di ricorsi e cause in ognuno dei Ventisette Stati membri. La casa tedesca deve prepararsi difendersi in tutto il territorio dell’Unione, dato che potenzialmente lo scenario esiste.
La Corte di giustizia impiegherà mesi a pronunciarsi. Una sentenza era attesa verosimilmente attorno alla pausa estiva, o subito prima o immediatamente dopo. L’emergenza Coronavirus potrebbe far slittare il pronunciamento.