Bruxelles – Narrazioni manipolative della realtà, bufale e fake news. Continua la massiccia campagna di disinformazione sulla pandemia Covid-19 in Europa e tra i suoi partner globali. Per Bruxelles questo tipo di narrazione falsata dell’emergenza sanitaria in atto, potenzialmente dannosa per la salute pubblica di tutti, ha come obiettivo centrale quello di minare la credibilità dell’Unione europea come attore politico globale, alimentando la sfiducia nelle capacità delle istituzioni democratiche di fornire risposte efficaci ad una crisi di vasta portata. Le evidenze sono raccolte nell’ultimo aggiornamento sulla disinformazione pubblicato oggi dal Servizio europeo per l’azione esterna, che fa capo all’alto rappresentate per la politica estera e di sicurezza UE, Josep Borrell.
“L’UE non riesce a gestire la pandemia”, “Bruxelles sta per crollare”, “L’UE è egoista e tradisce i propri valori”: questi alcuni dei motivi ricorrenti in questo tipo di informazione fuorviante che hanno al centro l’Unione europea. Ad essere presa di mira in particolare la capacità di Bruxelles di gestire la crisi sanitaria, e con essa l’impatto economico e sociale sui paesi membri e anche sugli altri partner UE. Secondo i funzionari UE, l’obiettivo di quegli attori globali che mettono in atto campagne di disinformazione sull’emergenza Covid-19 è quello di indebolire l’attuale ordine in Europa, a proprio vantaggio geopolitico.
Comune denominatore a molte delle notizie false, conferma l’analisi in questione, è la provenienza da Russia e Cina. Nel primo caso, si tratta di media che hanno legami più o meno diretti con il governo russo, come Sputnik o RT, che evidenziano come il Cremlino sia stato più preparato rispetto ad altri stati occidentali o all’intera Unione europea a gestire la pandemia. Il rapporto riferisce di più di 150 casi di disinformazione a favore del Cremlino legati alla crisi sanitaria globale dal 22 gennaio ad oggi.
In particolare, molte delle narrazioni diffuse si concentrano su come alcuni governi dell’UE, tra cui l’Italia, hanno accolto con favore gli aiuti sanitari forniti da Mosca e Pechino. Quanto alla Cina, secondo il rapporto, media statali e funzionari governativi continuano a controllare la narrazione sulla pandemia, promuovendo teorie non comprovate sull’origine di COVID-19. Anche la copertura cinese della crisi evidenzia la riconoscenza da parte di alcuni leader europei per gli aiuti cinesi in risposta all’emergenza. Comune è il tentativo di restituire l’immagine di un’Unione europea sull’orlo del collasso a causa delle risposte dei governi nazionali alla crisi, allo scopo di evidenziare come Mosca e Pechino siano gli unici a fornire una solida strategia per fronteggiarla.
La campagna di disinformazione è diffusa non solo all’interno dei 27 paesi UE, ma anche nei Balcani occidentali (dove è diffusa la narrativa secondo cui l’Europa stia voltando le spalle ai sei paesi del blocco), nel Nord America e altrove. L’analisi mette in luce inoltre l’intento di individuare nelle minoranze più vulnerabili, come i migranti, la causa della pandemia e “alimentare la sfiducia nella capacità delle istituzioni democratiche di fornire risposte efficaci”, scrivono i funzionari europei. Nonostante venga evidenziato lo sforzo di molte piattaforme online, come Facebook, ad aumentare la visibilità dell’Organizzazione mondiale della sanità e altri contenuti sanitari autorevoli, molto ancora è da fare dal momento che le principali piattaforme continuano a “monetizzare la disinformazione e i contenuti dannosi sulla pandemia, ad esempio ospitando annunci online che promuovono cure false o diffondono teorie cospirative sul virus”.
L’appello della Commissione europea
L’intento dell’esecutivo comunitario è quello di combattere la disinformazione proprio attraverso una stretta cooperazione con le piattaforme online e con i giganti dei social media, Twitter, Facebook e Google. “Li stiamo incoraggiando a promuovere fonti autorevoli, a ridurre il contenuto che viene verificato come falso o fuorviante e ad eliminare contenuti illegali o contenuti che potrebbero causare danni fisici”.
“La disinformazione può costare la vita” afferma in un videomessaggio la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Senza precisi riferimenti sottolinea “Quelli che diffondono disinformazione danneggiano” la vita di tutti, prendendo atto del fatto che le fake news sull’epidemia sono in massiccio aumento a causa dell’incertezza e dell’ansia delle persone.
#Coronavirus myths and fake news circulating on social media can cost lives. We're working with online platforms to stop those seeking to profit from or exploit the crisis. Check your sources, trust health professionals. Together, let's set the record straight. pic.twitter.com/TJK21rKLTL
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) March 31, 2020