Roma – La crisi del Covid avrà “un impatto ampio e profondo sul sistema economico-finanziario”. La Banca d’Italia “è pronta a esplorare tutte le opzioni” per aiutare l’economia ad affrontare l’emergenza. Il governatore Ignazio Visco all’assemblea dei partecipanti al capitale ha presentato il bilancio di Via Nazionale, con lo sfondo di un orizzonte scuro per l’Italia e la congiuntura internazionale. Tuttavia, c’è una buona notizia che arriva dalle casse di Bankitalia che presenta un utile netto di 8,2 miliardi di euro, due in più del precedente bilancio. Conti alla mano, la cedola destinata allo Stato è di quasi 9 miliardi, un maxi assegno che in questo momento di bisogno di risorse fresche e subito disponibili, è un sostegno vitale per sostenere famiglie e imprese.
“Il futuro prossimo sarà fortemente condizionato dal modo in cui l’Italia e l’Europa sapranno affrontare l’emergenza” ha detto Visco, ricordando le misure che la BCE ha preso recentemente. Grazie alle decisioni del consiglio direttivo, le banche potranno ottenere in prestito fino a 3 mila miliardi di euro, e sostenere il credito destinato specialmente alle piccole e medie imprese”. Tutto ciò in aggiunta al programma di acquisti di titoli pubblici e privati di 750 miliardi fino alla fine dell’anno. E anche “nell’ambito del nostro mandato – ha detto il governatore ai banchieri – siamo disposti ad aumentare il volume degli acquisti, a modificarne la composizione e a esplorare tutte le possibili opzioni per sostenere l’economia in questa fase di acuta difficoltà”.
Sotto la lente della Confindustria la crisi rileva previsioni drammatiche che vanno oltre i numeri negativi del PIL e segnalando forti rischi per la tenuta del tessuto produttivo e sociale. Un’economia colpita al cuore, lo shock congiunto di offerta e domanda che necessita di interventi rapidi. Occorre tutelare lavoratori, imprese e famiglie”, scrive il centro studi degli industriali. “Solo mettendo in sicurezza i cittadini e le imprese, la recessione attuale potrà non tramutarsi in una depressione economica prolungata”.
Lo scenario disegnato, anche ipotizzando una ripresa delle attività graduale dal mese di maggio, prevede un calo netto del Pil, – 6 %, un crollo del tutto inatteso a inizio anno. Oltre la prima fase di emergenza, con azioni di sostegno per impedire un aumento drammatico della disoccupazione, l’azione di politica economica, secondo Confindustria dovrà mobilitare risorse rilevanti per un piano di ripresa economica e sociale. Sarebbe ottimale coordinare questi interventi a livello europeo e in questa sfida le istituzioni comunitarie “sono chiamate ad essere all’altezza della situazione.
Gli industriali italiani insieme a Confindustria tedesca e francese lanciano la proposta di un piano d’investimenti pubblici straordinario di 3 mila miliardi di euro, con una prima tranche di 500 miliardi sui prossimi tre anni in gradi di rialzare la crescita dell’eurozona di 1,9 punti.
In Europa, Confindustria considera importanti le decisioni adottate dalla BCE e dalla Commissione, con la sospensione del Patto di stabilità e le regole sugli aiuti di Stato. Il piano proposto dalla Commissione UE è però insufficiente e “come al solito lascia ai singoli Paesi la responsabilità di gestire la crisi”, e anche gli industriali si schierano a favore “dell’introduzione dei titoli di debito europei, fin troppo rimandata”. Infine nel report si legge che “già la crisi dei debiti sovrani del 2011 aveva mostrato le criticità dell’architettura della casa comune europea e ora quei limiti di governance “sono nuovamente evidenziati dall’attuale crisi”.