Bruxelles – Un terzo degli italiani si affida a Internet per cercare informazioni su malattie, cure e benessere. A rivolgersi a ‘Dottor Google’ oltre 20 milioni di persone, il 33% della popolazione nazionale. Un dato che mostra quanto la rete oggi sia considerata la soluzione di tutti i problemi, o quantomeno il primo posto dove andare a cercare ciò di cui ha bisogno, inclusa l’assistenza medico-sanitaria. Almeno, prima dell’epoca del Coronavirus.
Ma il dato italiano non è che un indice dello specchio dei tempi. Stando ai numeri diffusi da Eurostat, nel 2019 un cittadino su due dell’Unione europea tra 16 e 74 anni ha dichiarato di aver cercato informazioni on-line su lesioni, malattie, alimentazione, miglioramento della salute o simili. Il 53% degli europei ha chiesto consulenza alla rete per farsi un’auto-diagnosi su problemi e disturbi di salute. In termini assoluti, nel 2019 in più di 272 milioni hanno chiesto consulto alla rete.
In Finlandia e nei Paesi Bassi addirittura il motore di ricerca su internet è la soluzione privilegiata per tre cittadini su quattro (76% e 74% rispettivamente). A livello generale la tendenza è aumentata costantemente. Nel 2010 era un terzo degli europei (34%) a tentare di curarsi on-line. Queste usanze si riflettono a anche a livello nazionale.
In Italia il numero di persone che si cura su internet è passato da 13,6 milioni di persone a 21,1 milioni nel giro di dieci anni. Dottor Google ha sfondato anche negli altri Paesi più popolosi dell’UE. In Germania si rivolgono a lui ormai 54,7 milioni di persone (67%), mentre in Francia i clienti sono saliti a 33,5 milioni (50%).
Sarà interessante studiare i prossimi dati, quelli relativi al 2020, per vedere quanti clienti nuovi il dottor Google ha ottenuto con la pandemia di Coronavirus.