Bruxelles – Vicini, anche da lontano. Il Parlamento europeo non si ferma, neppure di fronte all’emergenza del Coronavirus, ma è costretto a ripensare le proprie modalità di esercizio della democrazia. “Siamo determinati a dare il nostro contributo nella lotta alla pandemia garantendo la nostra funzione democratica”. Con queste parole il presidente dell’Istituzione, David Sassoli, inaugura non solo una sessione plenaria straordinaria a Bruxelles (che dovrà approvare gli ultimi provvedimenti della Commissione per fronteggiare la crisi) ma quella che sarà un’intera stagione della democrazia virtuale, con sessioni tutte concentrate a Bruxelles (invece di Strasburgo), fino a nuovo ordine.
“La democrazia non può essere sospesa” ribadisce Sassoli, soprattutto non nel mezzo di una crisi drammatica come quella che ha inginocchiato l’Europa negli ultimi mesi. L’Eurocamera “ha solo rallentato”, ma in qualità di legislatori “abbiamo i mezzi, la possibilità e il dovere di essere utili” alla comunità europea. “È nostro dovere anzi, proprio in questi tempi cosi difficili, essere al servizio dei nostri cittadini che tanto stanno soffrendo, dare loro una guida, una speranza per affrontare questo momento buio e quelli che verranno”.
Il pensiero di Sassoli è rivolto anche alla prima vittima all’interno del Parlamento europeo. “Il virus ci ha colpito molto da vicino, ha portato via una giovane vita, un ragazzo che lavorava proprio qui con noi al Parlamento europeo. Alla famiglia del caro Giancarlo, dice, vanno le nostre più sentite condoglianze cosi come vanno alle famiglie di tutte le persone che hanno perso la vita a causa del COVID-19“.