Bruxelles – Per come si sono messe le cose “una profonda recessione è inevitabile”. Ormai il danno economico da Coronavirus è fatto, e la sola cosa da fare e lavorare per non peggiorare le cose. Questo vuol dire spendere. Quello che serve è l’intervento pubblico, senza pensare al debito. Parola di Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea fino al 31 ottobre dello scorso anno, nella lettera scritta al Financial Times.
“E’ il compito specifico dello Stato utilizzare le proprie risorse per proteggere i cittadini e l’economia dagli shock dei quali il settore privato non è responsabile, e che non può assorbire”, scrive l’economista ed ex banchiere. C’è una scelta da compiere: scaricare la crisi sui privati, mettendoli però nella condizione di non poter stimolare la domanda, specie quella interna, e nel caso della produzione affliggere l’offerta, o caricare il peso della crisi sulle spalle dei governi per permettere a famiglie e imprese di continuare ad agire come sempre. Draghi non ha dubbi.
“Livelli più elevati di debito pubblico diventeranno una caratteristica economica e saranno accompagnati dalla cancellazione del debito privato”. Bisogna mettere il tessuto socio-economico in sicurezza. Ecco perché, continua l’ex capo della BCE, “in primo luogo bisogna evitare che le persone perdano il loro lavoro”, perché sennò le famiglie faranno fatica a sostenere i consumi. E poi, ricorda Draghi, occorre “prestare denaro a costo zero alle imprese”. Una misura che funziona meglio del rinvio del pagamento di bollette, spese, e affitti. Quindi occorre agire secondo la via tracciata da Draghi, e farlo subito. “I costi dell’esitazione potrebbero essere irreversibili”.