Bruxelles – In tempi di Coronavirus non ci sono solo informazioni false e fuorvianti a giocare con la salute dei cittadini, ci sono anche e soprattutto i trafficanti di finte protezioni. “Secondo le nostre agenzie il numero di falsi medicinali, spray disinfettanti o cure miracolose vendute online è vertiginoso”, denuncia la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, dopo la vasta operazione che ha smantellato un’enorme rete di medicinali contraffatti e falsi materiali di prevenzione.
Europol, l’ufficio di polizia europea, ha partecipato all’operazione mondiale anti-pirati della sanità che ha visto il coinvolgimento di 90 Paesi di tutto il mondo. Un’operazione che culminata con il sequestro di oltre 4,4 milioni di unità di farmaci contraffatti, l’arresto di 121 persone, la chiusura di 2.500 pagine internet e l’individuazione e lo smantellamento di 37 diversi gruppi criminali organizzati. Una buona notizia, per l’esito delle indagini. Ma al tempo stesso un campanello d’allarme.
“La maggior parte dei prodotti farmaceutici venduti on-line in questo periodo sono mascherine chirurgiche contraffatte“, sottolinea von der Leyen. “I criminali approfittano” dell’emergenza, e “sfruttano le nostre preoccupazioni sul coronavirus”. Molto banalmente “la nostra paura diventa la loro opportunità commerciale”, a scapito della sicurezza.
La presidente dell’esecutivo comunitario assicura che di fronte al fenomeno della criminalità informatica “in aumento” e con un numero “sbalorditivo” di medicinali falsi, spray per la disinfezione o cure miracolose venduti online, a Bruxelles “collaboriamo con i governi nazionali e le agenzie dell’UE per affrontare questo problema e proteggere le persone”.
In attesa di smantellare tutte le reti di malintenzionati e di trovare un vaccino al COVID-19, si invitano i cittadini dell’UE a “verificare se i siti Web sono realmente gestiti da un’entità affidabile”. Il motivo è semplice. “Se viene sviluppato un vaccino contro il coronavirus, il tuo governo e le istituzioni pubbliche in generale lo annunceranno, si verrà a sapere da una fonte affidabile”.
Un mercato fiorente
Quello dei falsi medicinali e dei falso prodotti medicali è un business molto redditizio. Una relazione pubblicata oggi dall’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO) e dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici (OCSE) stima a 4,03 miliardi di euro il valore totale degli scambi mondiali di prodotti farmaceutici contraffatti.
A trainare questo mercato parallelo antibiotici, i farmaci noti come “lifestyle” (che hanno lo scopo di migliorare la qualità della vita) e antidolorifici contraffatti. Ma non mancano nella lista della vergogna anche falsi anestetici locali e farmaci antitumorali, farmaci anti-diabetici, anti-malarici nonché per il trattamento dell’HIV e di malattie cardiache. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) stima che la sola presenza di farmaci antimalarici non conformi agli standard nell’Africa sub-sahariana, sia riconducibile fino a 116mila decessi ogni anno.
Nuove frontiere del crimine
Il commercio di prodotti contraffatti, denunciano l’EUIPO, è agevolato dall’aumento delle piccole spedizioni tramite colli postali, lettere o pacchi, che sono più difficili da individuare per le autorità doganali. Tra il 2014 e il 2016, il 96% di tutti i sequestri doganali di prodotti farmaceutici contraffatti ha riguardato spedizioni postali o per corriere.
La spedizione attraverso piccoli pacchi e vendite su Internet “rappresenta una sfida per le autorità di contrasto”, riconosce Christian Archambeau, direttore esecutivo dell’EUIPO, che chiede “azioni globali” oltre a quelle nazionali e UE.
La minaccia viene dall’Asia
India e Cina sono riconosciuti come i maggiori produttori di prodotti farmaceutici contraffatti a livello globale, mentre Singapore e Hong Kong sono i più importanti punti di transito nella catena di approvvigionamento di tali prodotti.
Le imprese più colpite dalla contraffazione e dalla pirateria si trovano principalmente in paesi OCSE quali Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Austria, Germania e Svizzera.