Roma – Non basta, non basterà, serve uno sforzo più ampio. Il Parlamento italiano chiede al governo di fare di più di mettere sul piatto maggiori risorse per affrontare la crisi. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri illustra il decreto ‘cura Italia’ all’esame delle Camere e da più parti, viene sollecitato a proporre misure più coraggiose e andare oltre i 25 miliardi stanziati per contrastare gli effetti di un economia ferma.
Spaventano previsioni catastrofiche come quelle di Goldman Sachs che stimano per il 2020 un Pil con il segno meno di 11,6 %, e così molti deputati e senatori dell’opposizione insistono: basta regole di ogni tipo e come minimo raddoppiare la posta. “Autorizzare subito un altro scostamento, 3 punti di Pil fino a 50 miliardi chiede Renato Brunetta sostenuto anche da Stefano Fassina di Liberi e Uguali in maggioranza. Dal fronte europeo, bene la sospensione del Patto di stabilità e il pacchetto di acquisti della BCE, mentre sul dibattutissimo MES scatta la saracinesca con o senza condizioni.
“Non sono modalità e strumenti tradizionali come il Meccanismo di stabilità quelli adeguati a questa crisi”, replica Gualtieri che insiste sullo shock simmetrico. “Poi se il Mes mette a disposizione risorse senza condizioni bene ma sappiamo anche che l’eventuale dotazione non farebbe la differenza”.
Più convinto invece sulla necessità di emettere dei Covid Bond, utili a garantire un sostegno finanziario per tutti i Paesi e per tempi più lunghi. Gualtieri mette poi l’accento sulle decisioni della Bce, “all’altezza della sfida e in grado di mobilitare risorse consistenti” soprattutto per l’Italia, così come il reindirizzamento dei fondi non spesi del bilancio UE precedente che non torneranno indietro.
Entrando nel merito del decreto economico Gualtieri difende quello che “è un primo intervento e certamente non risolutivo”, aprendo a ulteriori stanziamenti e dunque la necessità di chiedere alle Camere un altro scostamento di bilancio per finanziare il “decreto aprile”. Provvedimento al quale l’esecutivo sta già lavorando e che è aperto ai contributi delle forze politiche. Il ministro difende dunque il metodo adottato “per gradi, con la possibilità di correzioni ma anche intervenire subito con misure di ristoro immediatamente efficaci”.
Strategia che per Gualtieri non significa sottrarsi al confronto: disponibile ad accogliere proposte migliorative e le indicazioni che arriveranno, ma anche con la richiesta al Parlamento di “fare presto per far arrivare le risorse stanziate ai destinatari nei tempi più brevi possibili”. Un invito, in questo momento di emergenza di liquidità per famiglie e imprese, a non appesantire il decreto con eccessive correzioni che poi si riflettono sui passaggi tra le Camere. Nel decreto di aprile “ci sarà spazio per correggere la rotta”, Gualtieri promette maggiore attenzione agli autonomi penalizzati in questo primo intervento e ai settori e categorie lasciati fuori.