Bruxelles – Libera circolazione delle merci ma non delle persone. A causa della diffusione del Coronavirus, in Europa la situazione è diventata questa. I ministri dei trasporti dell’UE insieme alla Commissione europea si sono riuniti oggi in un vertice virtuale per ribadire la necessità di ridurre al minimo le interruzioni del traffico delle merci nello spazio Schengen, soprattutto quelle essenziali. L’incontro in videoconferenza si è tenuto il giorno dopo della decisione di sospendere per un mese i viaggi non essenziali per i cittadini provenienti da paesi extra UE.
L’impegno dai governi UE rimane quello di mantenere la libera circolazione delle merci all’interno dei paesi UE, per mantenere in attività il mercato unico. Dalla commissaria europea per i Trasporti Adina-Ioana Vălean arriva il monito a tutti gli Stati membri a considerare le eventuali restrizioni al trasporto di merci, ai lavoratori dei trasporti e o passeggeri solo in caso di comprovati “motivi di salute pubblica”. Eventuali restrizioni dovrebbero anche tenere conto delle specificità della modalità di trasporto in questione.
Messi alle strette da una crisi epidemica che sembra non volersi arrestare, al vertice di oggi durato diverse ore, i rappresentanti dei governi hanno discusso su come alleviare l’impatto negativo sui settori dei trasporti e del turismo. Le risposte all’epidemia COVID-19 “non dovrebbero aggravare il disagio economico e sociale tagliando i collegamenti dei trasporti più necessari” scrivono in una nota congiunta.
In questo momento di crisi pandemica, è indispensabile riuscire a mantenere l’economia in movimento e per questo il settore dei trasporti è fondamentale. “Ho chiesto l’istituzione di ‘corridoi verdi’ (corsie prioritarie) essenziali per preservare la libera circolazione delle merci e delle persone che devono attraversare le frontiere” spiega la Commissaria, ribadendo di aver offerto agli Stati membri il sostegno della Commissione UE “in termini di quadro normativo e strumenti finanziari per aiutare il settore dei trasporti, che è stato duramente colpito nei giorni scorsi”.
Ieri i capi di Stato e di governo hanno espresso il loro sostegno alle linee guida introdotte dall’Esecutivo per la gestione coordinata delle frontiere sia esterne che interne, che secondo la Commissione faciliteranno anche le misure volte a garantire che il flusso di merci continui nell’UE. In questa fase, ricorda il portavoce della Commissione, Eric Mamer, nel briefing con la stampa, “superiamo i formalismi giuridici per essere il più efficaci possibili. Abbiamo un quadro giuridico, assicura, ma la collaborazione politica è la questione chiave
I paesi che hanno reintrodotto controlli alla frontiera
Mentre i governi UE, in accordo con la Commissione, cercano di limitare i danni sulla libera circolazione delle merci, aumenta giorno dopo giorno la lista dei paesi che già prima del vertice virtuale di ieri tra i capi di governo e di stato hanno notificato alla Commissione europea l’intenzione di reintrodurre controlli alle frontiere. Ad oggi sono Austria, Ungheria, Danimarca, Repubblica Ceca, Polonia, Lituania, Germania, Estonia, Portogallo, Spagna tra i paesi dell’UE, a cui si aggiungono anche Norvegia e Svizzera dello spazio Schengen e la Francia che ancora non ha provveduto a notificarlo all’Esecutivo.