Bruxelles – L’idea della Commissione era quella di preservare il mercato unico e il suo funzionamento, e quella rimane. Gli Stati membri chiudono le frontiere di fronte all’avanzata del Coronavirus e l’esecutivo comunitario, che pur non ritiene la misura come efficace, preferisce evitarevscontri e polemiche per “concentrarsi sulla gestione della situazione venutasi a creare”. Eric Mamer, portavoce capo della Commissione UE, ricorda che ci sono regole che consentono agli Stati di agire, e che ci si atterrà a quanto previsto dalle regole. L’UE, però, cerca di mettere dei paletti.
“Nessun divieto, solo restrizioni temporanee agli spostamenti”, precisa Mamer. “Occhio al vocabolario”. La differenza pratica è tuttavia minima. “Spetta ai leader decidere se introdurre restrizioni” alle frontiere. Da Bruxelles, spiega, “noi raccomandiamo che restrizioni non si applichino a persone che hanno necessità di protezione internazionale e comunque mai per ragioni umanitarie”. Una sottolineatura resasi necessaria dopo che la stessa Commissione ha invitato a non far entrare più cittadini extracomunitari su suolo europeo.
La Commissione ricorda quindi che sussiste una differenza su frontiere interne ed esterne. La Commissione ha più poteri sulle seconde, mentre tra Stati membri decidono i governi. E così già 10 Paesi, otto UE (Repubblica Ceca, Slovacchia, Germania, Austria, Danimarca, Francia, Malta ed Estonia) e due non-UE (Svizzera e Norvegia) hanno già chiuso i loro confini, assestando un duro colpo l’area Schengen, in cui è solitamente permessa la libera circolazione di persone, beni, servizi e capitali. “Ci troviamo in una situazione eccezionale, che hanno prodotto misure restrittive”. In questo senso “stiamo parlando di restrizione delle quattro libertà”, ammette Adalbert Jahnz, portavoce per questioni di Affari interni e immigrazione.
Dunque il Coronavirus ha già fatto saltare il corretto funzionamento del mercato unico. Per questo la Commissione intende continuare a salvaguardare la regolare circolazione delle merci. “I Paesi hanno adottato le loro misure. Per noi quello che conta è che almeno i beni essenziali continuino ad entrare” e uscire, scandisce Mamer. “E’ su questo che siamo concentrati”.
Decisioni sono attese già oggi (17 marzo) in occasione del vertice straordinario dei capi di Stato e di governo, tenuto in teleconferenza a partire dalle 17.00. Poi domani (18 marzo) si riuniranno, sempre in teleconferenza, i ministri dei Trasporti. L’auspicio è che si trovino le regole comuni per non fermare il mercato unico. “Siamo in contatto continuo con tutti gli Stati membri”, assicura Mamer. La Commissione è decisa a coordinare quanto meglio può i lavori per far sì che “si torni alla situazione normale” quanto prima.