Bruxelles – Adesso la Commissione europea inizia a parlare di recessione. L’esecutivo comunitario si mantiene ancora cauto, ma di fronte al Coronavirus e alla sue ripercussioni per l’economia ci si prepara anche al peggio. Marta Wieczorek, portavoce per gli affari economici e monetari della Commissione, non replica a quanti già predicono una riduzione della crescita dell’UE tra il 2% e il 2,5%, spiegando che a Bruxelles “non si sta lavorando a stime ma si stanno preparando scenari”. Uno di questi è anche quello di “recessione nel 2020”, riconosce, senza però entrare nel dettaglio. “Le previsioni economiche verranno diffuse a inizio maggio”, come peraltro già previsto dal programma di lavoro del team von der Leyen.
A Bruxelles sono stati cauti ma preoccupati. Non si hanno informazioni sufficienti per fare stime attendibili, perché “c’è molta incertezza” e la situazione “è molto fluida”, vale a dire in continua evoluzione, continua la portavoce Wieczorek. L’unica cosa data per assodata è che a causa del COVID-19 “l’UE conoscerà una contrazione quest’anno”, la cui entità e gravità sarà però tutta da verificare a crisi in corso.
Più esplicito è Mario Centeno, presidente dell’Eurogruppo: “Nella riunione di oggi daremo una risposta potente ma sappiamo che il virus non ha raggiunto il suo picco. Non dobbiamo prenderci in giro, sono i primi passi in una temporanea ma lunga battaglia. Il contenimento forzato sta portando le nostre economie ai tempi di guerra“.
E’ anche per questo che la Commissione insiste sulla necessità di mantenere funzionante il mercato unico. Le merci devono poter essere scambiate, questo è l’imperativo di Bruxelles. Perché se la produzione rallenta, un blocco dello scambio commerciale interno di fatto aggraverebbe la paralisi economica.
“Assicuriamo che merci e servizi essenziali continuino a fluire nel nostro mercato interno”, l’invito della presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, dopo l’approvazione delle linee guida per la gestione dei controlli alle frontiere. “Questo è l’unico modo per prevenire la carenza di attrezzature mediche o cibo”. La salvaguardia del corretto funzionamento del mercato interno “non è solo una questione economica: il nostro mercato unico è uno strumento chiave della solidarietà europea”.
Von der Leyen assicura di aver già discusso con tutti i leader degli Stati membri la questione “in modo da affrontare insieme questa sfida, come Unione”. Una prova del nove sarà il vertice straordinario dei capi di Stato e di governo dell’UE di domani, il secondo in una settimana, convocato ancora una volta, sempre in videoconferenza, per discutere di Coronavirus.
In una (rara) nota congiunta che dimostra la gravità della situazione le associazioni europee delle parti sociali affermano: “Stiamo seguendo da vicino gli sviluppi della drammatica emergenza dell’epidemia COVID-19 in tutta Europa e siamo protagonisti, in particolare all’interno degli Stati membri, della progettazione e realizzazione di misure straordinarie per aiutare le imprese e i lavoratori ad affrontare questa emergenza”, afferma la nota di ETUC, BusinessEurope, CEEP, SMEUnited.
“Le parti sociali europee sostengono la serie di misure annunciate dalla Commissione europea e dalla Banca centrale europea negli ultimi giorni – afferma la nota – e siamo in stretto contatto con la Commissione per contribuire a garantirne una rapida e efficace attuazione, che deve essere al primo posto anche a sostegno dei cittadini, come si è fatto a livello nazionale.
Le parti sociali europee dunque “sollecitano l’Eurogruppo e l’ECOFIN, riuniti tra oggi e domani, ad approvare tutte le misure proposte finora dalla Commissione europea, senza indugio, né con cambiamenti che potrebbero indebolire il loro impatto”.