Bruxelles – Tutto pur di una nuova crisi profonda dell’Eurozona. I ministri economici dei Paesi UE con la moneta unica hanno dato il via libera a quella che nei fatti è un superamento del patto di stabilità e crescita, seppure temporaneo. “Il Coronavirus sta disturbando l’economia, come è già il caso dell’Italia, e si sta allargando ad altri Paese”, sintetizza il presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno, dopo una riunione durata più di cinque ore. Si intravedono già i contagi economici, e la risposta non può che essere decisa.
“Faremo tutto il necessario e anche di più per ripristinare fiducia e sostenere una ripresa rapida” dell’economia europea, dice Centeno. E’ il famoso ‘whatever it takes’ già usato dall’ex presidente della BCE, Mario Draghi, per contenere e per risolvere le precedenti crisi dell’euro. Viene rispolverato adesso che la crisi già si tocca con mano.
Obiettivo: contenere la non crescita all’1,1%
La situazione sembra precipitare. Adesso Paolo Gentiloni, commissario per l’Economia, conferma che la Commissione inizia a prevedere un -2,5% per il Prodotto interno lordo (PIL) europeo per il 2020, ma si tratta di stime addirittura prudenziali. “Ci sono purtroppo scenari più pessimisti di questo, che vanno considerati”. Però, dice, “con il giusto coordinamento riusciremo a portare la zona euro a una crescita negativa dello 1,1% nel 2020”.
Servirà dunque un lavorio continuo, e Gentiloni anticipa che l’Eurogruppo di oggi (16 marzo) è il primo di una serie di appuntamenti. “I ministri economici si riuniranno tutte le settimane per tenere sotto controllo una situazione difficile”. A cui si cerca di rispondere con le prime misure.
Le misure anti-Coronavirus
I 19 membri hanno dato il via libera al piano di risposta all’emergenza Coronavirus. I Paesi dell’area euro potranno e dovranno attivare “spesa immediata mirata al contenimento e al trattamento della malattia”, con attenzione particolare a settori sanitari e sistemi di protezione civile. E’ di fatto l’approvazione della strategia messa a punto dalla Commissione europea venerdì scorso (13 marzo).
In secondo luogo previsto il sostegno, nazionale e europeo, alla liquidità per le imprese che si trovano ad affrontare gravi interruzioni e carenze di liquidità, in particolare le piccole e medie imprese, e operatori di settori specifici quali trasporti e turismo. Il sostegno potrà includere misure fiscali come sgravi, garanzie pubbliche per aiutare le imprese a prendere in prestito, garanzie per le esportazioni e rinuncia a penalità di ritardo in pubblico contratti di appalto. Sul fronte comunitario, i ministri dell’Eurozona hanno invitato la Banca europea per gli investimenti (BEI) a “migliorare e accelerare ulteriormente l’impatto delle risorse disponibili”, anche attraverso una maggiore collaborazione con le banche nazionali di sviluppo.
Accordo dei ministri anche per misure a sostegno dei lavoratori interessati per evitare l’occupazione e le perdite di reddito. Ricadono qui le misure di sostegno al lavoro a breve termine, l’estensione delle indennità di malattia e delle indennità di disoccupazione e il differimento del pagamento dell’imposta sul reddito.
Sono tutte misure “temporanee”, ma che momentaneamente mettono da parte regole, vincoli e parametri. “Tutte le autorità nazionali consentiranno il funzionamento degli stabilizzatori automatici e applicheranno inoltre tutte le misure necessarie per garantire che le conseguenze economiche di COVID-19 siano affrontate e che non mettano in pericolo i nostri risultati economici e sociali”, si legge nella dichiarazione finale. E’ la dimostrazione che la crisi c’è, è dura, e potrebbe esserlo ancora di più.
“Finora ci siamo impegnati a fornire strutture di liquidità pari almeno al 10% del PIL, costituite da sistemi di garanzia pubblica e pagamenti fiscali differiti”. Queste cifre, continuano i ministri economici dell’area euro, “potrebbero essere molto più grandi andando avanti”.
Gentiloni: dobbiamo riportare fiducia dove c’è paura
Anche perché “la situazione evolve su base giornaliera, e anche la nostra risposta dovrà essere modificata”, ricorda Gentiloni. Che avverte i governi. “Servirà un coordinamento senza precedenti delle politiche di bilancio per ristabilire la fiducia” dei mercati e dei cittadini. “Dobbiamo sostituire la paura con la fiducia, l’uno per cento del Pil è stato già messo sul tavolo e il 10 per cento per misure di garanzie per banche e imprese.”.
Il commissario italiano non lo nasconde. “La crisi che stiamo affrontando riguarda tutti, non sta scegliendo questo o quel Paese”. Di fronte a questo contesto “ritengo che le decisioni di oggi siano quelle giuste”.
Nessuna sospensione formale del patto di stabilità, ma pronti se necessario
Sia Centeno sia Gentiloni sottolineano come il patto di stabilità e crescita non sia sospeso. La richiesta di attivazione delle cosiddette clausole di fuga (‘escape clause’), che consentono di sfuggire dagli stretti parametri di spesa imposti dal patto stesso per spesa pubblica aggiuntiva. Tuttavia l’opzione è sul tavolo, perché prevista dalla strategia della Commissione, e non è escluso che se la situazione dovesse deteriorarsi ancora, si possa ricorre a queste clausolo. “Quello di oggi è un inizio”, chiosa Gentiloni.
Il G7 come dell’Eurogruppo: pronti a tutto. Macron: “Siamo in guerra sanitaria”
Le decisioni di oggi seguono quanto già deciso dai leader del Paese del G7 (Stati Uniti, Canada, Germania, Francia, Italia, Giappone, Regno Unito). La situazione si fa sempre più complicata e difficile. Il presidente francese Emmanuel Macron, nel discorso alla nazione di oggi (16 marzo), ha avvertito i francese che “siamo in guerra sanitaria”. Per questo occorre “mobilitarsi per ridurre quanto più possibile l’impatto sull’economia”. E’ quello su cui sono daccordo i Grandi Sette, come riassunto dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, al termine della videoconferenza straordinaria.