Bruxelles – Stop ai viaggi “non essenziali” verso l’Unione europea per trenta giorni: la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen annuncia su Twitter la proposta ai governi di bloccare l’ingresso nel continente europeo ai cittadini di paesi extra UE. Meno viaggi significa meno rischi di continuare a diffondere il virus all’interno dello spazio europeo, spiega.
The @EU_Commission presents guidelines on border measures & proposes:
1⃣Green lanes/fast lanes giving priority to essential transport to keep the mobility sector going & ensure economic continuity
2⃣Temporary restriction on non-essential travel to the EU (30 days) pic.twitter.com/9bda9MntF0
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) March 16, 2020
La restrizione per il momento durerà trenta giorni, con possibilità di essere prorogata se la situazione non dovesse migliorare. Previste anche una serie di esenzioni alla restrizione temporanea per cittadini residenti in UE che tornano a casa, diplomatici, ma soprattutto medici, personale sanitario, ricercatori ed esperti in prima linea per contenere l’epidemia.
Il provvedimento, dice von der Leyen al termine della videoconferenza con i leader del G7, è pensato soprattutto per non aggravare ulteriormente il sistema sanitario europeo, rallentando la diffusione del virus. Rientra in un più ampio piano di gestione coordinata delle frontiere interne ed esterne all’UE, di cui questa mattina la Commissione europea ha adottato le linee guida. L’ambizione dell’esecutivo è quella di proteggere la salute dei cittadini dalla diffusione del Covid-19 ma allo stesso tempo salvaguardare anche la circolazione delle merci nel mercato interno e assicurare la disponibilità di beni e servizi considerati essenziali. Mascherine, medicine e altro equipaggiamento medico.
Corsie preferenziali per il trasporto
Al fine di tutelare il mercato unico e l’approvvigionamento di beni essenziali, tutti gli Stati membri, si legge nel documento, devono preservare la libera circolazione delle merci. In particolare, devono garantire la filiera di prodotti essenziali come medicine, equipaggiamento medico, e cibo. Nessuna restrizione, insistono, dovrebbe essere imposta per quanto riguarda la circolazione delle merci dentro il mercato interno. Anzi, dall’esecutivo arriva la proposta di istituire corsie prioritarie per il trasporto delle merci (ad esempio tramite “corsie verdi”), per mantenere attivo il settore della mobilità e garantire allo stesso tempo una continuità economica all’interno del mercato unico.
Oggi all’Italia, domani agli altri
Il provvedimento si è reso necessario dopo la diffusione nei giorni scorsi di notizie riguardanti camion carichi di mascherine e dispositivi medici di protezione bloccati alle frontiere. Alcuni paesi, come Francia e Germania, avevano dichiarato l’intenzione di volerseli tenere stretti, dimostrando scarsa solidarietà nei confronti dell’Italia che da settimane chiede un aiuto concreto agli altri paesi dell’UE. La situazione si era già sbloccata ieri dopo l’intervento della presidente della Commissione von der Leyen, la quale ha ammonito gli altri Stati membri ricordando che “Oggi è l’Italia ad averne bisogno, ma nelle prossime settimane potrebbe essere il turno di altri paesi”. Sempre dal briefing odierno con la stampa arriva la conferma della decisione della Germania di inviare 1 milione di mascherine protettive in Italia.
I confini interni
Nelle linee guida, dalla Commissione UE confermano che è possibile per uno Stato membro reintrodurre i controlli alle frontiere interne, semplicemente notificandolo all’esecutivo. Tali misure, sottolineano dall’UE, andranno però adottate in modo “proporzionato” e tutelando la salute dei cittadini europei, a cui va necessariamente garantita la libertà di circolazione prevista dal Trattato di Schengen. Su questo arriva anche il monito da parte di Bruxelles: bisogna assicurare che non ci sia alcuna discriminazione tra i cittadini degli Stati membri dell’UE e nel loro trattamento: è impossibile per un paese membro negare l’ingresso di cittadini, anzi dovranno cercare di facilitare il transito dei residenti nel territorio europeo che cercano di tornare a casa.
Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Danimarca, Polonia, Lituania, Germania, e Svizzera. Uno dopo l’altro, diversi paesi dell’area Schengen hanno già notificato alla Commissione europea la loro intenzione di chiudere le frontiere interne – ovvero quelle che li separano dagli altri paesi paesi membri dell’UE – per difendersi dalla diffusione del Coronavirus.
Domani Consiglio europeo straordinario
Contenere la diffusione del virus, fornire attrezzature mediche sufficienti, dare impulso alla ricerca e limitare le conseguenze economiche dell’epidemia. Questi i temi in agenda del vertice straordinario tra i leader dei 27 convocato dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, che si terrà domani in videoconferenza, per decidere anche della proposta di von der Leyen di chiudere i confini esterni.