Bruxelles – “Aiuteremo il governo di Atene con il ricollocamento di minori non accompagnati e altri gruppi vulnerabili” dai campi profughi in Grecia. Bruxelles è intenzionata ad aiutare il governo di Atene ad alleggerire la pressione migratoria riversatasi sulle sue isole greche e aggravatasi dopo la decisione del presidente turco Recep Tayyip Erdogan di lasciare libero l’ingresso ai migranti in UE.
Già ieri, sette paesi dell’UE (Germania, Francia, Irlanda, Finlandia, Portogallo, Lussemburgo e Croazia) si erano detti d’accordo con il ricollocamento di almeno 1.600 migranti provenienti dalle isole greche. Anche oggi, sostiene la commissaria europea per gli Affari Interni Ylva Johansson, durante il vertice con gli omologhi europei è sembrata evidente la disponibilità e l’intenzione di molti altri paesi al ricollocamento in Europa di minori non accompagnati e altre persone vulnerabili.
Dal 28 febbraio ad oggi sono in tutto 2.300 i migranti arrivati in Grecia. Il numero, sostengono dall’UE, è basso e contenuto soprattutto grazie alla pronta risposta delle autorità greche. Tuttavia, non “possiamo abbassare la guardia” su un tema così importante, dice la commissaria. Secondo i numeri forniti da Bruxelles, in Grecia al momento ci sono 5.500 minori non accompagnati (sugli oltre 49 mila migranti che attualmente si trovano sulle isole greche).
Sui tempi con cui l’Unione intende coordinare questa operazione di ricollocamento ancora nessuna certezza. Il Lussemburgo, ad esempio, si è detto disponibile a lavorare in questi termini già dalla prossima settimana. Ovviamente, ricorda la commissaria, i singoli stati membri hanno diversi criteri di accoglienza per cui il coordinamento generale dell’operazione sarà affidato alla Commissione europea e alle autorità greche.
La Grecia ha chiesto la prima volta il ricollocamento dei minori non accompagnati già a settembre/ottobre. In quell’occasione, l’Esecutivo comunitario aveva chiesto agli Stati membri di effettuare i ricollocamento, senza successo. Ora, dopo la crisi migratoria tra Ankara e Atene, le dinamiche sono diverse, come diverso è l’approccio di solidarietà nei confronti della Grecia che gli Stati membri si dicono intenzionati a dimostrare. Solo adesso qualcosa si muove.