Bruxelles – Si prendono misure, ma senza che queste siano efficaci. Saranno anche precauzioni, ma certo non è sicurezza. Verrebbe da usare l’espressione francofona “ceci n’est pas de la sécurité”, visto che ci si trova in Belgio, patria del padre del surrealismo, René Magritte. Peccato che ci si trovi nella parte fiamminga del regno, dove la francofonia non è benvenuta. Ma cambia poco. Perché di fronte al Coronavirus si agisce in maniera del tutto particolare, per non dire surreale. Si autorizzano le partite di calcio, si permette a tutti gli spettatori di partecipare, e si chiudono giusto pochi spazi per evitare affollamenti. Quando si attendono 25mila persone. Già questo ha dell’incredibile.
Eppure il Racing Genk, nella comunicazione inviata a tutti i tifosi, offre rassicurazioni che tutto producono fuorché l’effetto desiderato. Si conferma il match di domenica contro il Mechelen, scontro diretto per l’accesso alla zona play-off, sottolineando che si gioca “con il pubblico”. Niente porte chiuse, dunque. Non per lo stadio. Perché si è deciso di tenere fermi il negozio di prodotti ufficiali della squadra, le biglietterie e il Themacafé, la birreria interna dello stadio del Genk. In verità resteranno chiuse “tutte le aree interne dello stadio”, ma non gli spalti. Questo perché, ricorda la società, una delle misure per evitare la diffusione del Covid-19 è “evitare di avere grandi gruppi di persone in ambienti chiusi”.
“Resta accessibile”, dunque, la cosiddetta Fan Zone, il piazzale antistante lo stadio con tutti gli stand di prodotti eno-gastronomici, aperti a tutti perché posti all’aperto. Il Racing Genk invita tutti a “rispettare gli avvisi sulle distanze da tenere con le altre persone e limitare i momenti di contatto”. Come si possono limitare i punti di contatto in uno stadio da 25mila posti e in un piazzale con 25mila persone intente a mangiare e bere, non è chiaro. Ma tranquilli, a tutto questo hanno pensato i responsabili del Genk, il sindaco di Genk, Wim Dries, e il presidente della provincia del Limburgo, Michel Carlier, nel quadro delle raccomandazioni del governo federale. Un brain-storming che ha prodotto queste disposizioni.