Bruxelles – C’è chi si appella ad una maggiore solidarietà tra gli Stati membri, chi chiede nuovi pacchetti di stimolo fiscale e più flessibilità nei bilanci nazionali o ancora chi propone all’Unione europea di stabilire un consorzio europeo per la ricerca di un vaccino per limitare la diffusione del Coronavirus in UE.
Proposte diverse ma in Parlamento europeo, riunito in plenaria a Bruxelles, è molto diffusa tra i gruppi politici la convinzione che per far fronte all’emergenza e per far sì che l’impatto sull’economia e sulla vita sociale sia il più limitato possibile la risposta di Bruxelles alla diffusione dell’epidemia debba essere unitaria, rapida e coordinata.
Più solidarietà tra stati membri è la richiesta più diffusa. “Il Coronavirus è un’emergenza che ci dice che niente oggi può essere affrontato solo dentro ai confini nazionali” ricorda l’europarlamentare dem Simona Bonafè. La vicepresidente del gruppo S&D solleva il dubbio che semplicemente escludere le spese per far fronte all’epidemia dal calcolo del deficit possa non essere sufficiente per sostenere i bilanci nazionali: “Le nostre economie – avverte – non reggeranno l’urto del Coronavirus se l’Europa non si attrezza subito con politiche strutturali di investimenti necessarie per ripartire. Prima fermiamo il contagio e prima fermeremo il collasso economico”.
C’è chi si spinge ancora più in là e oltre a chiedere flessibilità di bilancio, invita l’Esecutivo europeo a sospendere i vincoli del Patto di stabilità almeno “finché non saremo tornati a una completa normalità sanitaria, economica e sociale”. È l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Daniela Rondinella a suggerirlo e a ricordare la necessità di trovare un vaccino europeo. “Perché stiamo aspettando che il vaccino venga fornito in Europa da Cina, Stati Uniti o Israele? Dobbiamo consentire agli Stati di investire quanto necessario per combattere il virus” dice nel suo intervento. Dello stesso avviso anche il capo delegazione del Partito democratico all’Europarlamento, Brando Benifei, che propone l’introduzione di un “consorzio europeo per la ricerca” finalizzato a trovare un vaccino europeo anziché dover aspettare che siano altri paesi a fornirlo. Molti leader dei gruppi politici hanno aperto i loro interventi esprimendo la loro vicinanza per le persone colpite dal virus in tutta Europa.
Proprio perché il virus non conosce confini, barriere ed è ormai diffuso in tutta l’UE, è fondamentale adottare un “protocollo sanitario unico” in tutta l’Unione europea, dice il vice presidente del Parlamento europeo Fabio Massimo Castaldo. Il tema è anche di natura economica e l’europarlamentare in quota 5 stelle propone la sospensione dei limiti previsti dal Fiscal Compact “per dare lo spazio fiscale necessario a ogni paese per proteggere l’occupazione, e il rafforzamento dei fondi per l’accesso al credito di piccole e medie imprese per scongiurare la recessione”. La flessibilità, chiosa, non è abbastanza.
Su questo maggioranza e opposizione nel governo italiano sembrano essere d’accordo. “Il Coronavirus sta scatenando in Italia e in Europa un cataclisma sanitario ed economico che va affrontato con misure eccezionali e con tutti gli strumenti possibili” sottolinea l’eurodeputata della Lega Mara Bizzotto. Fondi straordinari da parte dell’UE servono subito, “prima che sia troppo tardi”.
Destinare solo all’emergenza Coronavirus un commissario europeo straordinario è la proposta di Massimiliano Salini, eurodeputato di Forza Italia nel Partito popolare europeo. Il nuovo commissario andrebbe individuato tra figure con “solida esperienza istituzionale, comprovata conoscenza e capacità di gestione della macchina politica e amministrativa dell’Unione Europea”. Per Salini “non è sufficiente avere un commissario alla crisi” dice in riferimento a Janez Lenarcic, “anche se sta lavorando bene”.
Tra le richieste degli eurodeputati anche maggiori fondi per la ricerca sul virus. Il materiale medico necessario, come i kit per i test, le maschere e le macchine per la respirazione, – si legge in una nota dell’Eurocamera – dovrebbe essere prodotto all’interno dell’UE ed essere messo a disposizione di tutti gli Stati membri”.