Roma – Il parmigiano è sicuro così come il vino, l’ortofrutta e tutti i prodotti agroalimentari. In tempi di emergenza del Covid-19, sembra però sembrano servire le assicurazioni di esclusione dei rischi, e così il comparto italiano sta già subendo pesanti contraccolpi. Complici le fake news o altre azioni dubbie di concorrenza sleale e speculazione.
Insomma la disgustosa clip della pizza Corona, mandata su una tv francese, sembra solo la punta di un iceberg che mette a rischio un settore strategico per il Paese. La denuncia è della Coldiretti che per combattere la disinformazione, gli attacchi strumentali e la concorrenza sleale lancia la prima campagna #MangiaItaliano in Italia e all’estero per salvare la reputazione del Made in Italy.
In alcuni Paesi verrebbero addirittura chieste insensate certificazioni sanitarie “virus free” su vini e cibi provenienti dalla Lombardia e dal Veneto, così come arrivano assurde disdette per forniture alimentari provenienti da tutta la Penisola. Tutto ciò avverrebbe sempre sotto la spinta di una diffidenza, in qualche caso alimentata ad arte con bufale, dalla concorrenza. Un danno che comincia anche a interessare i ristoranti italiani all’estero, che hanno visto un calo pesante di clientela.
Un comparto che traina anche turismo e altri settori di eccellenza nell’export, che in queste settimane hanno visto cancellate le fiere promozionali con effetti negativi sugli ordini. Un esempio per tutti, il rinvio di due mesi del Vinitaly, calendarizzato per metà aprile. L’emergenza sanitaria, oltre alle difficoltà produttive, logistiche e commerciali, sta mettendo a rischio l’intera filiera agroalimentare, dai campi agli scaffali e fino alla ristorazione, che in Italia raggiunge una cifra di 538 miliardi di euro, pari al 25 % del Pil e lavoro per 3,8 milioni di occupati.
“Fermare pratiche di concorrenza sleale che screditano i nostri prodotti, che sono sani e garantiti come prima”, afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, che chiede in questa direzione “un impegno del governo e delle istituzioni europee”. Insieme agli interventi per sostenere le imprese serve anche ricostruire “il clima di fiducia intorno al marchio del Made in Italy alimentare”, un’eccellenza riconosciuta sul piano sanitario e qualitativo a livello comunitario e internazionale. Un intervento sull’assenza di qualsiasi rischio a tutela dei prodotti e delle imprese del settore da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare, sarebbe un elemento di chiarezza molto importante.
“Siamo di fronte a comportamenti ingiustificati e privi di fondamento – ha dichiarato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – a cui occorre reagire sul piano diplomatico a tutela dei legittimi interessi degli operatori italiani. Ringrazio il governo per le iniziative già avviate al riguardo”.
“La sicurezza dei nostri prodotti non può essere messa in alcun modo in discussione – ha evidenziato Giansanti -. E la conferma, se ce ne fosse bisogno, arriva dalle indicazioni date in questi in giorni ai cittadini sui siti delle amministrazioni pubbliche in due Paesi – Francia e Stati Uniti – che sono tra i principali mercati di sbocco delle nostre produzioni agroalimentari”.
Il governo mostra di aver già raccolto la sollecitazione arrivata da tutto il mondo agricolo e ha assicurato un impegno supplementare per sostenere le filiere settoriali e riaffermare e intensificare la credibilità di cui già godono i nostri prodotti di eccellenza e le nostre imprese. “La nostra posizione di leader mondiali nell’agroalimentare e il cibo non può e non deve essere fermata – ha detto la ministra Teresa Bellanova – dobbiamo raddoppiare gli sforzi per rilanciare il nostro Paese e ristabilire l’immagine stessa dell’Italia agli occhi del mondo”. Nei prossimi giorni saranno note le misure del decreto annunciato ieri, nel dettaglio del comparto agroalimentare. “Non possiamo permetterci di perdere tempo – ha concluso Bellanova – fra tre mesi potrebbe essere troppo tardi per intervenire e la concorrenza finirebbe per scalzarci togliendo spazi alle nostre aziende”.