Bruxelles – Le misure del governo ungherese di Viktor Orban contro la Central European University (CEU) di George Soros sono discriminatorie e contrarie al diritto dell’Unione europea. Ne è convinto l’avvocato generale della Corte di giustizia dell’UE, Juliane Kokott, che suggerisce di accogliere il ricorso presentato dalla Commissione europea contro il provvedimento di legge ungherese.
Nel 2017 è stata introdotta in Ungheria una legislazione per cui le università straniere possono essere aperte nel Paese solo se esiste un accordo internazionale tra Budapest e il Paese d’origine degli atenei, e se questi ultimi forniscono gli stessi stessi servizi anche nel proprio Paese d’origine. Le università straniere in Ungheria (quale era quella privata di George Soros) devono ricevere il medesimo trattamento di quelle ungheresi. Queste le conclusioni dell’avvocato generale, che ravvede violazione di regole internazionali oltre che europee.
Si ritiene che il requisito della conclusione di un accordo internazionale con lo Stato d’origine sia contrario all’Accordo generale sugli scambi di servizi (più noto come GATS, il suo acronimo inglese) concluso nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) e approvato dall’UE, diventando così parte integrante del diritto dell’Unione. Inoltre, il provvedimento ungherese “viola, a causa del suo carattere discriminatorio o sproporzionato, la libertà di stabilimento, la direttiva sui servizi, la Carta dei diritti fondamentali (libertà di creare e gestire istituti di insegnamento e libertà delle scienze) e l’obbligo di parità di trattamento ai sensi del GATS”.