Roma – L’infarto del miocardio è arrivato prima o dopo l’inizio dell’utilizzo delle sigarette elettroniche? “Mah, non sappiamo”. I soggetti fumavano solo sigarette elettroniche? “Nel 70 per cento dei casi no”. Su questo, anche su questo, è crollata la ponderosa ricerca che la scorsa estate aveva terrorizzato i fumatori di e-cigarettes negli Stati Uniti, con vasta eco nel mondo intero. Dunque via, è stata ritirata.
La vicenda riguarda lo studio pubblicato nell’agosto del 2019 dalla prestigiosa rivista scientifica Journal of the American Heart Association (JAHA) che, sin dalla sua comparsa, provocò grandi titoli nei giornali, ma anche una serie di critiche sul tipo di analisi condotta e sulle conseguenti conclusioni tratte, mettendone in discussione la congruità scientifica.
In sostanza lo studio che affermava che lo ‘svapo’ raddoppia il rischio di infarto, ma dopo mesi di accanite battaglie tra scienziati è stato ritirato da JAHA, come riporta il sito della stessa rivista, secondo cui la ricerca è ‘inaffidabile’ per alcuni problemi nel trattamento dei dati. In sostanza i ricercatori, richiesti dai colleghi che conducono la consueta “revisione dei pari” tipica delle pubblicazioni scientifiche, non sono stato in grado di rispondere ad una domanda semplice ma cruciale: “Quando questi soggetti hanno avuto l’infarto? Prima o dopo aver iniziato a fumare sigarette elettroniche?”.
Nella ricerca, pubblicata lo scorso giugno, i ricercatori affermavano con chiarezza che c’è “una associazione tra l’uso di e-cig e l’infarto del miocardio, con un effetto simile a quello delle sigarette convenzionali, mentre l’uso duale di sigarette elettroniche e non aumenta la probabilità di un evento cardiaco”.
Queste affermazioni stimolarono il dibattito tra i ricercatori, che culminò in una lettera di 16 studiosi alla rivista, nella quale si richiedeva il ritiro della pubblicazione in quanto basata su dati non verificati.
JAHA ha dunque invitato i ricercatori autori dello studio a fornire informazioni aggiuntive, che sono arrivate ma in sostanza lasciando un foglio bianco, perché gli autori non avevano più potuto accedere al database da cui avevano ricavato i dati. “Alla luce di questi problemi – scrive la rivista JAHA in un post -, i redattori temono che la conclusione dello studio sia inaffidabile”, e dunque “I redattori ritirano l’articolo dalla pubblicazione sul Journal of American Heart Association”.
Approfondendo
L’analisi prodotta dallo studio affermava una probabilità di sviluppare l’infarto del miocardio, rispetto ai non fumatori, di 2.25 volte maggiore negli utilizzatori abituali di e-cig e di 2,95 volte maggiore nei fumatori abituali di sigarette convenzionali. Il problema però è che il 70% circa degli utilizzatori di e-cig fumava anche sigarette convenzionali (utilizzatori duali). La probabilità di sviluppare IM negli utilizzatori duali abituali secondo lo studio saliva a 6.64 volte di più rispetto a chi non aveva mai utilizzato e-cig e sigarette convenzionali. Però non fu esaminata unicamente l’associazione tra uso esclusivo di e-cig e infarto perché secondo gli autori vista l’alta percentuale di utilizzatori duali, fosse clinicamente rilevante non limitare l’analisi ai soli utilizzatori di e-cig, anche per evitare una riduzione importante del campione analizzato e quindi il potere statistico dell’analisi nel catturare un effetto qualora questo fosse realmente esistito. In sostanza: lo studio non dice nulla di specifico su coloro che fumano unicamente sigarette elettroniche.