Bruxelles – Armi ai partner africani dell’Unione europea per combattere il terrorismo. E’ la necessità espressa dall’alto rappresentante per la Politica estera dell’Unione, Josep Borrell, in un discorso tenuto il 27 febbraio ad Addis Abeba, durante il vertice tra la Commissione UE e quella dell’Unione Africana.
“Abbiamo bisogno di armi, abbiamo bisogno di capacità militari e questo è ciò che aiuteremo a fornire ai nostri amici africani perché la loro sicurezza è la nostra sicurezza”, ha detto Borrell, nel quadro di un discorso sull’iniziativa europea a favore della stabilità e della crescita economica del continente africano: “Non cresceremo, non investiremo, non creeremo posti di lavoro senza stabilità”, ha sottolineato.
L’affermazione sulle armi ha creato sconcerto tra gli osservatori, perché in base ai Trattati l’Unione europea non può in alcun modo fornirne a Stati esteri. La portavoce per la politica estera della Commissione, Virginie Battu-Henriksson, interpellata sulla questione ha tentato di salvare il salvabile confermando che “se si facesse una scelta del genere sarebbe ovviamente fuori dal budget dell’Unione, perché non possiamo fornire armi”.
In realtà la sensazione è che Borrell si sia fatto un po’ trascinare dall’enfasi nel suo discorso, anticipando una discussione “che è in corso, ma che non è stata finalizzata”, ha precisato Dana Spinant, vice capo portavoce dell’esecutivo comunitario. “E’ prematuro parlare di qualsiasi tipo di equipaggiamento che potrebbe essere fornito per queste operazioni. Stiamo parlando di qualcosa di cui si ragiona, ma che non è operativo”, ha aggiunto Spinant.
“Saranno i Paesi membri a decide, caso per caso, come intervenire, nello stretto rispetto delle regole, all’interno dell’Europea Peace Facility, che è al di fuori del budget UE, che non può finanziare spese con queste implicazioni militari”, ha aggiunto Battu-Henriksson.