Bruxelles – Promozione, informazione, “controllo” della concorrenza. Qualunque sia il motivo per l’apertura di un profilo, sempre più aziende nell’UE ricorrono all’utilizzo dei social media. Facebook, Twitter, Linkedin, Instagram, Youtube: ormai un’impresa su due sceglie le vetrine di internet. Se nel 2014 era appena il 36% delle imprese a farne ricorso, alla fine del 2019 questo dato si è attestato al 53%, come riferisce l’Eurostat.
Non c’è Stato membro che faccia eccezione. Qualunque sia il “made in”, ormai dappertutto corre sul web. Vale sopratutto per Malta, primo Paese europeo per imprese attive sui social. Più di otto imprese su dieci (84%) comunicano con le piattaforme ormai di dominio pubblico. In Danimarca e Paesi Bassi tre attività commerciali su quattro (75% e 74% rispettivamente) si affidano ai nuovi canali per promuoversi, conoscere, e farsi conoscere.
E l’Italia? Il sistema Paese purtroppo fa fatica a stare al passo coi tempi. Risulta 21esimo su 27 per utilizzo delle piattaforme e dei canali che offrono internet e la tecnologia. Ma la buona notizia è che la timidezza degli imprenditori nazionali comincia a essere superata. Nel giro di cinque anni si è passati dal 32% al 47% di aziende con account o blog, appena un punto percentuale sotto alla forte economia tedesca (48%).