Bruxelles – Tra la proposta del 1.0 per cento del Reddito nazionale lordo, richiesta dai paesi ‘frugali’ (Austria, Svezia, Danimarca, Paesi Bassi), e quella di circa 1,3 per cento del RNL sostenuta dai 17 paesi “amici della coesione” (Italia compresa) c’è troppo divario: sarà difficile riuscire a trovare un compromesso nelle prossime ore. In una pausa del Consiglio europeo straordinario, il premier ungherese Viktor Orbán, conferma alla stampa che un accordo tra i 27 capi di governo e di stato sul prossimo bilancio pluriennale ancora non c’è e ipotizza che non sarà raggiunto in questo vertice.
Sulla proposta presentata ieri dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel dell’1,074 del RNL c’è il ‘no’ categorico dei paesi frugali, che hanno ribadito la loro intenzione a non voler superare l’1.0 per cento del RNL. Questa mattina i 17 paesi amici della coesione – quelli che si oppongo ai tagli sui fondi di coesione – hanno rilanciato una controproposta ritenendo entrambe le proposte insufficienti per finanziare il futuro dell’Unione europea. I 17 paesi, Italia compresa, sostengono invece una proposta iniziale di bilancio che sia vicina a quella avanzata dal Parlamento europeo, pari al 1,3 per cento del RNL, sostiene il premier ungherese. Per Orbàn è difficile che si riesca a trovare un compromesso tra le due proposte e scherza sul fatto che “a Bruxelles i miracoli sono sempre nell’aria” ma sembra irrealistico riuscire a colmare questo divario nelle prossime ore.
Sembra però che Michel voglia fare di tutto per chiudere il vertice straordinario con un accordo. Anche a costo di tirare avanti fino al week-end. Dopo una mattina intera trascorsa tra incontri ristretti con gruppi di paesi, nel tardo pomeriggio, dopo quattro rinvii, dovrebbero riprendere i negoziati in seduta plenaria, con i leader di tutti e 27 i paesi membri seduti allo stesso tavolo. Da fonti diplomatiche del Consiglio sembra che Michel voglia presentare ai paesi un nuovo “negobox” il termine usato per indicare un pacchetto negoziale.