Roma – C’è qualche avanzamento ma per il governo italiano la proposta del quadro finanziario pluriennale (in pratica la ‘legge finanziaria’ dell’Unione europea) resta inadeguata. Il mandato del Parlamento al premier Giuseppe Conte per il Consiglio europeo straordinario è continuare a trattare per ottenere di più sia per gli obiettivi complessivi dell’Unione, sia per la composizione e l’indirizzo di alcuni capitoli.
Prima al Senato e poi alla Camera, il presidente del Consiglio ha confermato che la riunione di domani “si preannuncia complessa” con l’Italia che si posizione nella posizione più oltranzista, più vicina a quella dell’Europarlamento, con parole analoghe al Presidente David Sassoli. “Non posso nascondere la nostra insoddisfazione per la proposta che sarà portata domani al tavolo: l’Italia non è disponibile ad accettare sul bilancio un compromesso ad ogni costo”.
Nel giudicare insufficienti i passi avanti fatti dalla proposta del presidente Michel, rispetto alla prima stesura avanzata dalla presidenza finlandese, Conte ha ribadito la necessita di un bilancio più ambizioso e all’altezza delle aspettative con “il duplice obiettivo di permettere agli Stati membri di affrontare le grandi sfide” e dall’altro lato opporci all’idea di Europa ripiegata su interessi nazionali”.
Se sui fondi di coesione c’è stata una leggera correzione negli strumenti per la competitività e la convergenza, “la dotazione rimane nel complesso modesta, 12,9 miliardi”, motivo per cui l’Italia chiederà per il futuro un aumento e una stabilizzazione delle risorse.
Preoccupazione anche per i tagli alla politica agricola, in particolare sui fondi destinati allo sviluppo rurale “determinante per la modernizzazione del settore”, mentre non vengono precisate le risorse a disposizione per il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e per il programma Life.
A proposito della dotazione complessiva, ridotta a causa dell’uscita della Gran Bretagna, l’Italia continuerà a sostenere la necessità di un aumento delle voci dedicate alle entrate proprie dell’UE senza pesare ulteriormente sui contributi degli Stati membri.
“Per modernizzare il bilancio dal lato delle entrate, crediamo che sia necessario introdurre nuove forme di finanziamento” ha detto il capo del governo, e per farlo è necessario “assicurare il giusto contributo al benessere collettivo da parte delle grandi imprese del settore digitale, di chi sfrutta le differenze di tassazione negli Stati membri per evitare parte delle imposte, degli speculatori finanziari e dei grandi inquinatori”.