Roma – L’Europa vuole arrivare prima nella sfida del futuro digitale. L’obiettivo è stato dichiarato con la presentazione della strategia per i prossimi dieci anni e il libro bianco sull’intelligenza artificiale. Un piano molto ambizioso che al pari del Green deal vuole rilanciare la leadership globale, restando ancorati ai valori europei. “Oggi stiamo presentando la nostra ambizione di modellare il futuro digitale dell’Europa – ha detto la presidente Ursula von der Leyen – una strategia che copre tutto dalla sicurezza informatica alle infrastrutture critiche, dall’istruzione tecnologica alle competenze, dalla democrazia ai media”. L’obiettivo da raggiungere per la Commissione è “un’Europa digitale aperta, equa, diversificata, democratica e sicura di sé”.
Con il pacchetto di proposte che è stato poi illustrato con più dettagli dalla vicepresidente esecutiva Margrethe Vestager e dal commissario al mercato interno Thierry Breton, l’Unione vuole rafforzare la sua economia e cogliere le occasioni di sviluppo. Von der Leyen si è soffermata in particolare sulle opportunità dell’intelligenza artificiale “che può fare cose straordinarie e migliorare la nostra vita quotidiana e aiutarci a raggiungere i nostri obiettivi per il clima”. Un piano che prevede un target d’investimento di 20 miliardi di euro all’anno con risvolti positivi per l’occupazione che può arrivare nei prossimi 5 anni fino a 11 milioni di persone.
Un progetto ambizioso e anche carico di rischi che la Commissione non trascura e sta valutando. Proprio l’apertura del libro bianco per i prossimi tre mesi consentirà di raccogliere pareri e proposte sull’accesso ai dati, alla loro sicurezza per poter sviluppare gli algoritmi migliori. “Vogliamo che i nostri cittadini abbiano fiducia nella tecnologia – ha detto la presidente della Commissione – per cui promuoviamo un approccio umano-centrico all’intelligenza artificiale, che deve servire le persone e rispettarne i diritti”. Il tema dei dati e della loro gestione è uno dei focus principali della comunicazione presentata oggi al termine della riunione del collegio dei commissari.
L’esecutivo vuole incoraggiare la condivisione dei dati in settori come la sanità, i trasporti, in generale nei servizi pubblici ma anche tra le imprese private, garantendo però il controllo del loro uso da parte dei cittadini europei. Per questo è allo studio uno “Spazio europeo dei dati, infrastruttura sostenuta dagli Stati membri con il fine di creare una sorta di cloud pubblico.
“Noi vogliamo che ogni cittadino, ogni dipendente, ogni azienda possa cogliere tutte le opportunità offerte dai benefici della digitalizzazione” ha spiegato Margrethe Vestager, riferendosi alle occasioni della vita quotidiana. Significa “la possibilità di guidare in modo più sicuro o inquinare meno grazie alle auto collegate, gestire meglio i rifiuti; o anche salvare vite con i medici che potranno rilevare le malattie molto più rapidamente”.
La vicepresidente ha insistito molto sulla necessità che le tecnologie deve essere al servizio delle persone, e che solo procedendo nella stessa direzione può esserci una differenza positiva con il nostro quotidiano. Si tratta di “un obiettivo difficile – ammette – ma è possibile raggiungerlo se l’Europa elabora e controlla autonomamente queste tecnologie”.
La predisposizione del piano digitale è legato strettamente alla transizione ambientale e sostenibile, altra sfida sulla quale la Commissione vuole competere nella leadership globale. Obiettivi per i quali si immagina “un’Europa non isolata, che intende rimanere aperta al mondo nel commercio e negli investimenti – assicura Vestager – ma chiunque vorrà operare da noi dovrà rispettare le nostre regole e i nostri valori. Un riferimento non casuale alle piattaforme digitali, alla necessità di garantire contenuti affidabili e soprattutto alla necessità che gli utili vengano tassati dove vengono generati. “Privacy, protezione dei dati, non discriminazione, sicurezza, sono elementi che dovranno esser applicati a tutti i prodotti” ha precisato il commissario Thierry Breton, e “se la normativa non sarà sufficiente vuol dire che faremo ancora di più e saremo ancora più rigorosi”.
“Un’ enorme ondata di dati industriali e pubblici, trasformeranno il modo in cui produciamo, consumiamo e viviamo” ha aggiunto Breton, “voglio che le imprese europee e le nostre numerose PMI abbiano accesso a questi dati e creino valore per gli europei”. Alla sfida lanciata oggi crede fermamente anche il Commissario al mercato interno: “L’Europa ha tutto il necessario per guidare la corsa ai grandi dati e preservare la sua sovranità tecnologica, la leadership industriale e la competitività economica a vantaggio dei consumatori europei”.