Roma – Per il leader della Lega Matteo Salvini sì del Parlamento al processo per la vicenda della nave Gregoretti. All’ex ministro dell’Interno il tribunale dei ministri contesta l’ipotesi di sequestro di persona aggravato per i 131 migranti, rimasti per 4 giorni sulla nave militare prima dello sbarco ad Augusta il 31 luglio del 2019.
L’autorizzazione a procedere è stata concessa dall’aula del Senato che ha respinto con 152 voti (76 favorevoli) la risoluzione presentata dal centrodestra che chiedeva di rimandare le carte al tribunale dei ministri. Una votazione a cui però la Lega non ha partecipato per protesta nonostante in precedenza avesse votato per consentire il processo.
“Lo sapevo, sono assolutamente tranquillo e orgoglioso di quello che ho fatto e lo rifarò appena tornato al governo”, ha commentato Salvini a caldo, rivendicando il diritto di “difendere i confini dell’Italia” anche negando lo sbarco di naufraghi salvati nelle acque tra Italia e Libia.
L’indagine del Tribunale dei ministri di Catania viene giudicata da tutto il centrodestra alla stregua di “un’aggressione politica”, e ha cercato di dimostrare che era stato il precedente governo al completo ad aver preso la decisione di chiusura dei porti senza distinzioni. Sotto tiro soprattutto il Movimento 5 Stelle che in un’altra occasione mise al riparo l’ex ministro dai giudici. Ma questa volta “da quale minaccia avrebbe difeso il Paese, da una nave militare italiana?” chiede il capo politico reggente Vito Crimi, “da un pugno di naufraghi disperati? Se non fosse tragico sarebbe comico”.
Intervenendo in aula l’ex presidente del Senato, Pietro Grasso ha messo in evidenza come in gioco non ci sia “il futuro di un senatore, ma un principio di legalità che è alla base della nostra democrazia”. Per il senatore di Liberi e Uguali, Salvini “forse si sentiva intoccabile, ha fatto quel che ha fatto, dichiarandolo orgogliosamente e andando consapevolmente oltre il perimetro di azioni consentite a un ministro”.
Oltre confine arriva la solidarietà di Marine Le Pen che lancia il suo atto d’accusa contro i giudici: “Sostegno a Salvini, perseguito per essersi opposto all’invasione di migranti nel suo Paese, come si era impegnato a fare. Francia, Italia, Gran Bretagna, dappertutto, la stessa giustizia politicizzata che non sostiene l’espressione del popolo e la difesa della sua identità”.
Con l’autorizzazione del Parlamento, ora esce di scena il Tribunale dei ministri e il capo della Lega (su cui pendono altre autorizzazioni per vicende analoghe contro le navi dei migranti) verrà giudicato in sede di udienza preliminare dal tribunale ordinario di Catania che dovrà decidere sul suo rinvio a giudizio.