Bruxelles – Più trasparenza nei rapporti tra funzionari italiani e le lobby, ‘i portatori di interesse’, di Bruxelles. Dal primo febbraio l’Italia si va ad aggiungere a Germania, Romania, Paesi Bassi e Finlandia tra i paesi con gli standard più elevati di trasparenza, rendendo pubbliche sul suo sito le informazioni circa le riunioni della Rappresentanza permanente d’Italia in UE con le lobby d’Europa. Non solo, ma i vertici della Rappresentanza hanno l’obbligo di incontrare e dialogare solo con i lobbisti iscritti regolarmente nel registro per la trasparenza dell’Unione europea.
Dalla Rappresentanza precisano che questa iniziativa viene di norma adottata dagli Stati membri che detengono la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea, mentre l’Italia ha deciso di attuare volontariamente l’autoregolamentazione del rapporto tra i diplomatici a Bruxelles e i lobbisti anche senza essere alla guida semestrale del Consiglio UE. Per adesso, il provvedimento riguarda solo i tre vertici della Rappresentanza, l’ambasciatore Maurizio Massari, il suo vice, l’ambasciatore Michele Quaroni e il rappresentante presso il Comitato politico e di sicurezza Luca Franchetti Pardo.
Si tratta di “un importante atto simbolico che rende il Consiglio Ue un po’ più trasparente” commenta Federico Anghelé, il direttore in Italia di The Good Lobby, l’associazione che ha fatto pressione sul Ministero degli Esteri italiano per adottare il provvedimento. Mentre infatti esistono regole più vincolanti per quanto riguarda il rapporto di Commissione UE e Parlamento europeo con i cosiddetti portatori di interesse, il Consiglio europeo non ha ancora adottato regole più stringenti e soprattutto comuni. Spetta ai singoli Stati membri, vista soprattutto la crescente richiesta di più trasparenza nel processo decisionale europeo e anche nazionale, prendere le misure necessarie. “Il Consiglio – commenta Alberto Alemanno, fondatore di The Good Lobby – rimane la cenerentola della trasparenza in Europa e dunque il maggior ostacolo alla comprensione di come le decisioni che riguardano le nostre vite di cittadini europei vengono adottate a Bruxelles”.
E proprio dal fallimento dell’estensione della normativa che vincola i membri della Commissione e del Consiglio a pubblicizzare e regolamentare gli incontri con i lobbisti europei, è nata l’iniziativa di The good Lobby di fare pressione sulla Farnesina e sulla Rappresentanza per adottare nuove regole. Un dialogo con i funzionari della diplomazia italiana durato quasi un anno, avviato dall’associazione il 25 febbraio 2019. Secondo fonti di The good Lobby, nonostante ci sia voluto un anno per formalizzare e mettere in pratica la loro richiesta, l’accoglienza ricevuta da parte del governo italiano, e in particolare dal Sottosegretario di Stato agli Esteri Manlio Di Stefano, “è stata ottima”.