Bruxelles – I soldi per finanziare le politiche di sostenibilità vanno trovati e resi disponibili. A dirlo, stavolta, è la presidente della Banca centrale europea. Fino ad oggi l’appello è stato lanciato dalla presidente dell’esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen, ‘madre’ del piano. E’ stato lanciato dal presidente del Parlamento, David Sassoli, e pure dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Ma a rivolgersi ai governi dell’Unione questa volta è Christine Lagarde. Un intervento, quello nell’Aula del Parlamento europeo, che miglior tempismo non potrebbe avere. La prossima settimana i leader dell’UE si ritroveranno a Bruxelles per discutere di bilancio pluriennale, dove ancora ci si divide.
“Il Green deal europeo e le iniziative nazionali per finanziare la transizione ecologica potrebbero accrescere le dinamiche di produttività contribuendo ad una crescita più forte e sostenibile”. Il messaggio di Lagarde è chiaro: la riconversione del modello produttivo comune in chiave eco-sostenibile è un insieme di riforme strutturali che, proprio per questo, possono aiutare i Paesi dell’area euro e le loro economie.
Lagarde torna a recitare il mantra della necessità delle azioni nazionali da affiancare alle politiche della BCE. Ricorda ancora una volta quanto l’Eurotower abbia fatto in questi anni per salvaguardare la tenuta dell’eurozona. “Ma la politica monetaria non può e non dovrebbe essere l’unica attività. Anche altre aree di politica, in particolare di conti pubblici e strutturale, devono fare la loro parte”. Perché queste politiche, insiste, “possono stimolare la crescita della produttività e aumentare il potenziale di crescita, sostenendo in tal modo l’efficacia delle nostre misure”.
A ricordare che BCE e governi devono lavorare di concerto c’è anche la politica di sostenibilità. La Banca centrale europea, ricorda Lagarde agli europarlamentari, “sta monitorando” i rischi sistemici derivanti dai cambiamenti climatici e dalla transizione verso un’economia a emissioni zero. Questo lavoro alla fine “ci consentirà di testare la capacità del settore bancario dell’area dell’euro di resistere ai rischi legati al clima”. Sempre più la BCE prenderà in considerazione i cambiamenti climatici per far sì che i suoi effetti “si riflettano meglio nelle nostre analisi economiche, modelli e metodi di previsione”.