Bruxelles – La Commissione europea torna a rilanciare l’idea di una difesa comune europea, in un contesto geopolitico in cui Bruxelles “deve assumersi maggiore responsabilità per la sua sicurezza”. Ma senza un accordo intergovernativo tra gli Stati membri “sarà difficile ottenere dei progressi su questo fronte”. L’alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’UE, Josep Borrell, traccia un quadro della riunione del Collegio dei Commissari in materia di difesa che si è svolta oggi a Strasburgo, in cui l’esecutivo europeo ha ribadito l’importanza che l’UE rafforzi il suo ruolo di attore geopolitico globale.
Va da sé, spiega Borrell, che servono mezzi e capacità, strumenti nei vari settori politici e operativi per rilanciare l’integrazione europea in materia di difesa. Ma soprattutto è necessario un accordo a livello intergovernativo tra gli Stati membri: “La difesa rimane ovviamente di competenza nazionale – spiega il capo della diplomazia europea – la parte principale della cooperazione europea in materia di difesa è tra gli Stati membri e appartiene al dominio intergovernativo. Senza l’accordo degli Stati membri è difficile andare avanti in questo settore” ribadisce.
Menziona poi l’importanza del Fondo europeo per la difesa, su cui la Commissione è al lavoro, e che “dovrebbe offrire incentivi essenziali per incoraggiare gli Stati membri a mettere in piedi progetti comuni sulla base di un approccio strategico”. Il Fondo in questione – che prenderà forma ufficialmente dal 2021 – sarà inserito nel Quadro finanziario pluriennale 2021-2027 dell’Ue su cui al momento gli Stati membri sono ancora divisi. In origine il Fondo avrebbe dovuto ammontare a 13 miliardi di euro, cifra poi rivista a ribasso in chiusura della presidenza finlandese del Consiglio europeo.
Da Strasburgo il capo della diplomazia europea torna a parlare anche di Libia, denunciando un possibile nuovo aumento della pressione migratoria proveniente dal Nord Africa. A pochi giorni dal prossimo Consiglio degli Affari Esteri, in programma lunedì, rivela poi che un accordo a livello di Stati membri sul ripristino dell’operazione militare di sicurezza marittima Sophia ancora non c’è. Borrell aveva annunciato l’intenzione di rilanciare l’operazione circoscrivendone però il raggio di azione al solo controllo dell’embargo deciso dalle Nazioni Unite in Libia. Un accordo non si è ancora trovato, tante le resistenze da parte di alcuni Stati membri per la possibilità che possa creare un aumento del numero dei migranti illegali in Europa. “Spero che lo troveremo” dice l’Alto rappresentante.
In conferenza stampa cerca di rassicurare i paesi, come l’Austria, che esprimono preoccupazioni per le eventuali conseguenze del ripristino della missione Sophia. Il mandato dell’operazione navale dell’UE dal 2016 al 2019, assicura Borrell, non ha prodotto questo genere di conseguenze. Le preoccupazioni non trovano reale riscontro in un aumento effettivo del numero dei migranti, dice il diplomatico capo dell’UE: “Non è vero che la missione navale di Sophia sta attirando ulteriori migranti e facendo aumentare le migrazioni verso l’Europa”.