Bruxelles – Sostenibilità, riduzione delle emissioni, Green deal. L’Europa fa tanto per costruire un modello economico e sociale amico del clima e dell’ambiente, ma non tutto funziona come dovrebbe. Se nell’UE la quota di energia da fonti rinnovabili utilizzata per riscaldamenti e aria condizionata aumenta, in Italia e in altri cinque Paesi (Irlanda, Ungheria, Romania, Slovenia, Svezia) diminuisce.
I dati Eurostat mostrano che i sistemi di climatizzazione nell’UE sono alimentati sempre più con energia pulita. Il 20% dei consumi energetici per gestire le temperature a casa e in ufficio nel 2018 proveniva fonti rinnovabili. Nel 2009 la quota UE era del 14,2%, e nel corso degli anni la sostenibilità di condizionatori, climatizzatori e caloriferi è aumentata. Non dappertutto, però.
In Italia tra i 2017 e il 2018 si è conosciuta un’involuzione. Nel Paese si è scesi dal 20% al 19,2%. Un andamento che non sorprende, se si guarda lo ‘storico’ tricolore. Dal 2009 in poi il rendimento in Italia è stato altalenante, con continui miglioramenti e peggioramenti di performance. Nel lungo periodo, però, anche l’Italia ha saputo perfezionare le proprie performance energetiche: la quota di rinnovabili per rinfrescare l’aria o riscaldarsi è passata dal 16,4% dei consumi totali al 19,3%.
Nel complesso l’Italia si trova sotto la media europea (21,1%) e nella parte bassa della classifica per climatizzazione sostenibile. E’ il 18esimo Paese per alimentazione con energia pulita nell’Ue per questo genere di servizi.
L’energia rinnovabile non è solo derivante da eolico e solare, ma include anche l’energia termica e termica derivata (da aria, terra o acqua) catturata dalle pompe di calore. A determinare l’incremento di queste soluzioni l’aumento della domanda dell’industria, dei servizi e delle famiglie. Questo, rileva l’istituto di statistica europeo, ha contribuito alla crescita delle energie rinnovabili utilizzate per il riscaldamento e il raffreddamento.