Bruxelles – La Commissione europea deve fare presto: i mercati cambiano e le regole della concorrenza vana adattate ai nuovi sviluppi, e la commissaria Margrethe Vestager deve accelerare nella revisione delle linee guida per il settore per sostenere le aziende dell’Unione.
Lo chiedono in una lunga lettera pubblicata da Politico, i ministri responsabili dell’Industria di Italia (Stefano Patuanelli), Germania (Peter Altmaier), Francia (Bruno Le Maire) e Polonia (Jadwiga Emilewicz) in una lunga lettera inviata due giorni fa proprio a Vestager, la cui prima risposta, per bocca della sua portavoce Arianna Podestà, non è molto incoraggiante: “La riflessione è in corso, non posso essere precisa sul timing”. Pur ammettendo che “le regole sulla concorrenza sono la pietra angolare del nostro mercato interno, è importante che siano adatte ad un mondo che cambia, dunque valuteremo ogni contributo a questo dibattito”.
Secondo i quattro ministri, che rappresentano la stragrande maggioranza dell’industria europea, le condizioni nelle quali la politica di concorrenza si sviluppa “richiedono adattamenti nel tempo, perché questa politica resti appropriata ed efficace” (monito espresso nel dicembre scorso anche dal governo dei Pesi Bassi), e dunque vengono sottoposti alla Commissione “una serie di punti/messaggi” sui quali intervenire.
Primo: “La natura della competizione globale è cambiata, Le aziende europee devono competere con aziende straniere che alle volte godono di sostanziali aiuti pubblici o di mercati domestici protetti. Questa situazione – sostengono i ministri – va analizzata verso una modernizzazione delle attuali linee guida della Commissione sulle fusioni orizzontali e sulla definizione di mercato di riferimento con l’obiettivo di consentire una competizione leale e non distorta, introducendo una flessibilità responsabile”.
L’obiettivo generale, spiegano i rappresentanti dei quattro Paesi, “è di adattare le regole consentendo ai nostri strumenti di concorrenza di essere più efficienti e sostanziali nel bloccare potenziali abusi nel mercato unico di operatori esterni all’UE”.
Secondo punto è l’emergere “di un gran numero di operatori nell’economia digitale che approfittano di una accumulazione di dati e network non paragonabili che creano una forte incidenza nel mercato e un potere eccessivo in mercati vicini o emergenti creando nuove sfide per la politica della concorrenza”.
I ministri chiedono dunque che la Commissione “metta in campo un quadro per la definizione e la regolazione di una ‘piattaforma digitale con suprema importanza per la competizione’ a livello europeo, con un programma dei tempi molto ambizioso”.
Terzo punto è che le aziende europee hanno bisogno di “maggiore chiarezza su che cooperazione è concessa alle imprese”. Per questo, spiegano i ministri, “la Commissione deve dare alle compagnie di ogni dimensione guide per la cooperazione per rafforzare la loro azione nei mercati esteri e rinforzare la collaborazione tranfrontaliera europea nella catena di valore globale. In questo quadro, linee guida sulla creazione di joint ventures europee che puntano ai mercati darebbe chiarezza alle aziende, in particolare le PMI e le start up”.
Quarto, la Commissione “deve estendere le sue competenze riguardo il mercato digitale e le sfide dell’economia digitale… creando una unità apposita che possa sostenere un approccio più olistico verso sfide sempre più complesse”.
Quinto, la Commissione deve “allargare le capacità della Direzione per la Competitività arricchendola di specialisti da altre Direzioni generali”.
I ministri hanno fretta, cosa che invece Vestager non sembra avere: “Invitiamo la Commissione ad adottare un piano di lavoro nelle prossime settimane, con proposte pratiche e regole per affrontare queste sfide specifiche”.