Bruxelles – Il Coronavirus inquieta la Banca centrale europea. In un momento in cui “l‘economia dell’area dell’euro continua a crescere, anche se con slancio modesto”, i nuovi fattori di rischio esterni “pesano” sulle prospettiva di crescita. E tra questi fattori esterni c’è anche la malattia dichiarata emergenza mondiale dall’OMS, dice la presidente della BCE, Christine Lagarde, in occasione del dialogo economico con la commissione Affari economici del Parlamento europeo.
“L’incertezza che circonda le prospettive economiche rimane elevata”, premette Lagarde, precisando che tra i fattori globali da cui guardarsi ci sono le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, ma pura “il Coronavirus, che è una nuova forma di preoccupazione” per l’intera Eurotower. “I rischi al ribasso sono sempre molteplici, e solitamente quando vediamo svanirne alcuni altri arrivano, com’è il caso per il coronavirus”.
Non si conoscono ancora le possibili ricadute per i mercati mondiali dei contagi, ma è dato per possibile un impatto. “Ci interroghiamo anche se l’epidemia avrà delle conseguenze, in particolare, sul piano economico”, ammette la numero uno della BCE. “Non abbiamo molti elementi per misurare le conseguenze, perché non sappiamo a quale velocità si propagherà e se si propagherà”. Per questo “occorre essere cauti e vigili, dobbiamo vedere come si sviluppa” la situazione.
Già, la situazione. In generale non è delle migliori. Crescita anemica, e minata dalle incertezze di un mondo forse troppo globalizzato. Vero è che “l‘economia dell’area euro continua a richiedere il sostegno della nostra politica monetaria, che fornisce uno scudo contro i venti globali”. Però adesso tocca agli Stati. “La Banca centrale ha fatto tutto quello che doveva”. Un messaggio neanche troppo velato ai governi, a cui Lagarde torna a chiedere “buone politiche di bilancio” e riforme strutturali, poiché “hanno un ruolo importante da svolgere” nel consolidamento e nella protezione da turbolenze provenienti dall’esterno.
Un invito che, fra tutti, Lagarde rivolge in particolare al governo ellenico. Attualmente la Grecia è esclusa dal Quantitative Easing, il programma di acquisto di titoli pubblici riattivato dalla BCE a settembre scorso per continuare a pompare liquidità nelle banche così da favorire il sostegno all’economia reale. “Se le cose continuano ad andare come finora, sono certa che anche i bond greci diventeranno idonei” all’acquisto da parte della Banca centrale.