Bruxelles – La Confederazione europea dei sindacati accoglie l’avvio da parte della Commissione europea a una consultazione per la riforma delle regole di governance economica. Ma la proposta dell’Esecutivo desta preoccupazione tra i sindacati perché rischia “di non dare lo spazio alla portata delle riforme che sono necessarie”. Così riassume in una nota Luca Visentini, segretario generale della Ces, la posizione della Confederazione, sottolineando che si tratta di “un’opportunità per tracciare una linea in un decennio di austerità dannosa e avviare un programma positivo di investimenti e convergenza verso l’alto delle condizioni di lavoro e di vita che renderanno l’Europa più giusta per i lavoratori”. I sindacati concordano quindi sul fatto che le regole siano diventate troppo complesse e che debbano essere semplificate. Quello che la Commissione ha annunciato di voler fare: “In questo modo si potrà offrire una crescita sostenibile, sociale e una transizione socialmente giusta verso un’economia verde”.
Bisognerà puntare e promuovere gli investimenti, sia pubblici che privati: “La crisi finanziaria – ricorda Visentini – ha mostrato che gli investimenti piuttosto che l’austerità sono il modo migliore e più giusto per la crescita economica e la riduzione del debito. L’ambizione di diventare il primo continente neutro dal punto di vista climatico è accolta con favore” dice, in riferimento al target di zero emissioni nette entro il 2050. “Ma non possiamo raggiungere questo obiettivo senza le misure sociali di accompagnamento”.
Altro punto debole della riforma presentata dalla Commissione riguarda il ruolo svolto dalle parti sociali nel processo di governance economica negli ultimi anni. Coinvolgimento delle parti sociali che viene “trascurato” dal documento – secondo i sindacati europei – pur essendosi rivelato cruciale nel mantenere “la trasparenza e l’ancoraggio democratico del semestre UE”. Per Liina Carrl, segretario confederale del Ces, il “dialogo sociale si è rivelato un motore per riforme socialmente equilibrate. Il coinvolgimento dei sindacati nel processo decisionale è essenziale per creare politiche eque che ricostruiscano la fiducia con i lavoratori”.