Bruxelles – Salario minimo, sì o no? E se sì, quanto? In Italia il dibattito su questo tema si è acceso negli ultimi mesi, ma anche a livello comunitario se n’è tornato a discutere a seguito dell’impegno dichiarato della presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, di introdurre un salario minimo in tutti gli Stati membri. Già, perché oggigiorno sono 21 Paesi su 27 a prevederlo, con importi tutti diversi. A fare la mappatura ci pensa Eurostat, nei dati diffusi oggi.
Il salario minimo lordo più alto è riconosciuto dal governo di Lussemburgo. Al 31 gennaio 2020 chi lavora con regolare contratto non può guadagnare meno di 2.142 euro lordi. Nessuno nell’UE percepisce così tanto. Gli altri Paesi che garantiscano buste paga ‘generose’ (sopra i 1.400 euro al mese) sono sempre nordici: Irlanda (1.656 euro), Paesi Bassi (1.636 euro), Belgio (1.594 euro), Germania (1.584 euro) e Francia (1.539 euro). Da ricordare che nel caso della Francia il regime del salario minimo si applica anche a territori geograficamente non europei quali Guyana francese, Martinica, Reunion, Guadalupe.
La Bulgaria è il luogo dove un regolare contratto potrebbe fruttare appena 312 euro lordi, questa la soglia minima fissata e riconosciuta per legge. Nessun altro, nell’UE, scende al di sotto dei 430 euro al mese (il minimo estone, penultimo della graduatoria).
Questi numeri dimostrano come, complice il diverso costo della vita, esistano forti disparità in Europa. Tra i 21 Stati membri interessati, rileva l’istituto di statistica europeo, il salario minimo più elevato nell’UE era quasi 7 volte superiore al più basso.
Però, come detto, molto si deve al potere d’acquisto. Le disparità nei salari minimi negli Stati membri dell’UE sono considerevolmente più ridotte una volta prese in considerazione le differenze di livello dei prezzi. I salari minimi negli Stati membri con livelli di prezzo più bassi diventano relativamente più alti se espressi in standard di potere d’acquisto. Viceversa, diventano relativamente più bassi in Stati membri con livelli di prezzo più elevati.
Chi manca nella lista? Il Regno Unito, ma non per ragioni legate alla Brexit. E comunque fino a tutta la durata del periodo di transizione Eurostat continuerà a produrre dati sui britannici. Il Regno Unito non ha alcun salario minimo. A fargli compagnia Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Italia e Svezia.
“I dati Eurostat non lasciano dubbi: l’Italia non può restare indietro rispetto al resto dell’Unione.
Dobbiamo agire al più presto – dice l’eurodeputata M5S Daniela Rondinelli in una nota – , a livello nazionale ed europeo, affinché i lavoratori italiani non siano più lavoratori di serie B in Europa e possano finalmente avere la garanzia di un compenso adeguato al lavoro svolto. Sosteniamo il lavoro del Ministro Nunzia Catalfo, il 2020 sarà l’anno svolta anche per l’Italia”.