Bruxelles – Il cambiamento climatico minaccia anche l’offerta di vino nel mondo. Lo rivela uno studio condotto da una serie di scienziati, secondo cui il riscaldamento globale fino a 4 gradi Celsius minaccia l’85 per cento delle aree vinicole nel mondo. Le regioni che già adesso sono più calde, tra cui anche l’Italia, dicono i ricercatori, rischiano di affrontare le perdite più significative (fino al 90 per cento).
I rischi maggiori per le aree a coltivazione di uva da vino sono connessi all’aumento del caldo in quelle zone. Ma una soluzione c’è. Ignacio Morales-Castilla, il principale autore dello studio pubblicato sulla rivista Proceedings of National Academy of Sciences degli Stati Uniti, assicura che esiste ancora un’opportunità per adattare la viticoltura e l’agricoltura alle pressioni dovute ai cambiamenti climatici. Lo studio individua infatti una strategia di adattamento: piantare varietà o qualità di uva diverse potrebbe ridurre significativamente le perdite delle zone usate per la coltivazione di uva da vino. Le aree più calde a causa dei cambiamenti climatici andrebbero ripiantate con un’uva da vino più adatta, con la conseguenza di andare incontro a una riduzione consistente delle perdite.
Lo studio ipotizza addirittura di poter dimezzare le perdite delle regioni viticole, nel contesto di un aumento della temperatura globale circoscritto ai 2 gradi (riducendo le aree perse dal 56 al 24 per cento). Con livelli più elevati di riscaldamento globale (entro i 4 gradi) si potrebbero invece ridurre le perdite di almeno un terzo (da 85 per cento a 58 per cento). Diversificare e cambiare la disposizione delle coltivazioni, dicono gli studiosi, può contribuire a mitigare le perdite agricole in un mondo sempre più caldo. Senza alcun intervento in questo senso, la ricerca suggerisce che il riscaldamento globale potrebbe danneggiare duramente le aree viticole.
I ricercatori hanno esaminato l’idoneità climatica di 11 varietà di uva da vino, che rappresentano un terzo della superficie coltivata a livello globale. Dal team di scienziati che ha realizzato lo studio arriva però un avvertimento significativo: le azioni umane svolgono un ruolo indispensabile nella costruzione di sistemi agricoli resistenti ai cambiamenti climatici. Per questo l’efficacia di una strategia di mitigazione dei cambiamenti climatici dipenderà dalle decisioni globali che saranno assunte in merito alle emissioni future.
La diversificazione delle colture è da tempo suggerita dagli studiosi come metodo per mitigare l’impatto negativo dei cambiamenti climatici sulle piantagioni. “Ma dobbiamo essere consapevoli del fatto che maggiore è il riscaldamento e minori sono le possibilità di adattamento”, commenta Morales-Castilla.
Non tutto è perduto, dunque. Ma a rimetterci potrebbe essere il “made in”. Cambiare le colture viti-vinicole vorrebbe dire stravolgere le tipicità locali.