Bruxelles – Il consumatore deve davvero essere in grado di capire cosa compra, in particolare quando si tratto di cibo. Per questo l’Italia da anni si batte contro l’etichettatura semplificata a colori dei prodotti alimentari (Nutri-score) già utilizzato, senza alcun crisma di ufficialità o garanzia di un’autorità alimentare, da alcune catene di distribuzione in alcuni paesi europei, tra cui Francia e Belgio.
La Commissione europea ha dunque ricevuto ieri la notifica della proposta del governo italiano per introdurre un nuovo sistema di etichettatura alimentare più chiaro e trasparente per i cittadini.
Il sistema si chiama ‘NutrInform Battery’ e si basa su un simbolo “a batteria” che indicherà al consumatore l’apporto nutrizionale dell’alimento in rapporto al suo “fabbisogno giornaliero e al corretto stile alimentare, evidenziando la percentuale di calorie, grassi, zuccheri e sale per singola porzione rispetto alla quantità raccomandata dall’Unione europea”, si legge in una nota del Ministero dello Sviluppo economico. Un tema che la Commissione europea dovrà sviluppare nei prossimi mesi e a cui l’Italia stava lavorando già ai tempi della maggioranza Lega-Movimento 5 Stelle e su cui “aveva accumulato un discreto ritardo”, come sottolineato dal ministro per gli Affari europei, Vincenzo Amendola.
Soddisfatta la filiera agroalimentare italiana, che ha collaborato con l’esecutivo italiano per realizzare questa proposta. “Una buona notizia per il settore agroalimentare Made in Italy di qualità”, commenta Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, che definisce il decreto interministeriale sottoscritto dal Mise, dal Ministero della Salute e dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e forestali come un “ottimo gioco di squadra dell’Italia che è riuscita a proporre un sistema realmente utile al consumatore, capace di informare e non di influenzare il consumatore”, attribuendo presunte verità circa la salubrità di un certo alimento.
Scordamaglia si dice soddisfatto inoltre per la richiesta avanzata dal governo di lasciare fuori dall’etichettatura a batteria i prodotti a denominazione di origine (come IGP e DOP ad esempio) “in virtù del loro status di assoluta eccellenza, evitando così il rischio di confondere il consumatore e di banalizzare tali prodotti”. Il sistema di etichettatura Nutri-score – che alcuni gruppi parlamentari stanno cercando di rendere obbligatorio in tutta l’Unione europea – comporta “pratiche sleali, già condannate dalla nuova norma europea in materia, e dannose non solo per il Made in Italy ma per una sana concorrenza e per il libero mercato”.
Anche per la Coldiretti i sistemi di etichettature nutrizionali che rischiano di affermarsi nell’Unione Europea “sotto la spinta delle multinazionali” rischiano di danneggiare ingiustamente quasi “l’85 per cento in valore del Made in Italy a denominazione di origine che la stessa UE dovrebbe invece tutelare e valorizzare. Si tratta, precisa la Coldiretti, “di sistemi fuorvianti, discriminatori ed incompleti che finiscono per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta”. Da sempre contraria al sistema di etichettatura a semaforo, l’Italia ritiene che un’etichettatura del genere potrebbe svantaggiare gran parte dell’export Made in Italy, come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano e anche il Prosciutto di Parma. Una restrizione, basata sulla percentuale di grassi, zuccheri e sale contenuta nei prodotti, che arriva anche a colpire diversi simboli della dieta mediterranea.
Per il governo italiano, dice il ministro Teresa Bellanova, è fondamentale che queste norme continuino ad essere su base volontaria: “E daremo battaglia a Bruxelles su questo punto. Chiediamo alla Commissione Ue di vigilare attentamente perché alcune catene della grande distribuzione pretendono l’etichettatura con il Nutriscore minacciando o attuando ritorsioni commerciali. È inaccettabile. Sarebbe la fine del mercato unico, uno smacco per i consumatori”. Nella proposta del governo italiano, invece, i produttori e i distributori del settore alimentare potranno adottare volontariamente il nuovo sistema di etichettatura ‘a batteria’, dopo l’ok della Commissione europea.
Soddisfatti del lavoro fatto per l'etichetta a batteria che traduce visivamente la tabella nutrizionale, considerando porzioni e fabbisogno. Abbiamo notificato la proposta a Bruxelles. È la nostra alternativa al Nutriscore, ed è migliore. Non penalizza. Semplicemente, informa. pic.twitter.com/9oUagFUFjY
— Teresa Bellanova (@TeresaBellanova) January 28, 2020
Dopo essere approdata in Commissione, la proposta italiana è stata illustrata oggi in Parlamento europeo durante la presentazione delle “Priorità dell’industria alimentare italiana in Europa”, un evento organizzato da Federalimentare, che ha finanziato l’intera sperimentazione della proposta. “La battaglia è ancora lunga” sottolinea a Eunews il presidente di Federalimentare, Ivano Vacondio, “ma io sono molto ottimista”.
Vacondio ha anche ricordato che “il fatto di aver escluso dall’etichettatura a batteria i prodotti a denominazione Igp e Dop per noi è stata una cosa sbagliata, ma è stato raggiunto un compromesso per rispettare anche gli interessi degli altri. La politica è fatta anche di mediazioni”.