Bruxelles – L’Italia ha violato le regole. Non rispettando i termini previsti dalla legislazione comunitaria, la Pubblica amministrazione ha compiuto ripetute e continue trasgressioni che adesso rischiano di costare caro. Per non aver pagato, si rischia di dover pagare due volte. Già, perché la Corte di giustizia dell’UE, nel contenzioso tra Italia e Commissione europea, ha dato ragione a quest’ultima. Governi centrale e locali non hanno pagato le commesse entro i 60 giorni come previsto dalla direttiva sulla ai ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali. “Gli Stati non possono fare quello che vogliono”, spiegano da Lussemburgo. “I termini fissati dalla direttiva sono vincolanti”.
La Commissione adesso dovrà verificare che l’Italia si adegui ai contenuti della sentenza. Si chiede di pagare nei tempi previsti, senza ritardi. Ma si sottolinea che per farlo l’Italia deve adeguare il sistema da un punto di vista legislativo e amministrativo per permettere che tutto sia pagato entro massimo 60 giorni. Di fatto si sollecita una riforma della pubblica amministrazione, che poi è quello che l’Italia promette e annuncia da anni. Bruxelles adesso avvierà contatti con le autorità italiane al fine di verificare lo stato dell’arte. Se l’Italia non si mette in regola allora l’esecutivo comunitario chiederà alla Corte UE di comminare multe all’Italia, il cui importo dipenderà dalla durata della violazione delle regole e dall’entità. Si potrebbe arrivare anche a centinaia di migliaia di euro. Per non aver pagato quando si sarebbe dovuto.
Il governo mostra ottimismo. “Dal 2015 sono stati fatti passi avanti”, rivendica il ministro degli Affari europei, Enzo Amendola, a Bruxelles per i lavori del consiglio Affari generali. Cita la digitalizzazione dell’amministrazione quale esempio di modifica significativa, poi precisa che ci sono diverse velocità. Se a livello centrale si sta procedendo più spediti, “le amministrazioni locali devono mettersi in regola”. Ad ogni modo “stiamo recuperando il tempo perduto”, e Amendola assicura che “nei tempo dovuti” ci si adeguerà alla norme UE, evitando spiacevoli multe.