Bruxelles – Gli obblighi valgono per tutti, perché le regole sono comuni. E allora ecco la reprimenda di Paolo Gentiloni e Valdis Dombrovskis contro Berlino e Amsterdam. “Germania e Paesi Bassi hanno surplus considerevoli, e riteniamo importante che usino questo spazio fiscale”, dicono il commissario per l’Economia e il vicepresidente esecutivo per un’Economia al servizio delle persone, Valdis Dombrovskis. Tradotto: quando si ha la possibilità di spendere si deve spendere.
I due membri del team von der Leyen si presentano insieme al primo dialogo economico con il Parlamento europeo. Ai membri della commissione Affari economici, in momento diversi del dibattito, incalzano i Paesi più ricchi e più ‘in salute’ a non essere timidi. “I Paesi con attivi commerciali dovrebbero liberare risorse per stimolare salari e consumi”, sottolinea Gentiloni. Altro richiamo ai due Stati membri già ammoniti.
Per non far vedere di essere troppo sbilanciati in un senso, il commissario per l’Economia si rivolge agli altri membri dell’area euro. “I Paesi con forte deficit devono accrescere la competitività e ridurre il debito verso l’estero, mentre i Paesi con alto debito devono ridurlo”. Riferimenti a Belgio, Spagna, Francia e Italia, che resteranno sotto la lente d’ingrandimento.
A dire il vero tutta l’eurozona è già sotto monitoraggio. Gentiloni anticipa che la Commissione non rivedrà le stime di crescita, quando a inizio febbraio si presenteranno le previsioni d’inverno. Non ci sono cambiamenti significativi all’orizzonte. Ecco l’importanza di rivedere le regole esistenti. “Strategia verde e strategia digitale sono occasioni da cogliere”, sottolinea Gentiloni. “Dobbiamo trovare il giusto strumento per permettere che ci siano investimenti privati, perché con il solo co-finanziamento nazionale non si raggiungono gli obiettivi” che ci si è dato a livello UE con Green deal e piano per le nuove tecnologie.
La Commissione lavorerà per quello che potrà, nel garantire maggiore flessibilità e modi più facili per stimolare gli investimenti. Ma ognuno dovrà dare il proprio contributo. “Sono due le parole chiave per l’area euro: coordinamento e differenziazione”. Vuol dire che “bisogna agire collettivamente e individualmente”. Quanto al secondo punto, il chiarimento arriva da Dombrovskis: riforme. “Le riforme strutturali restano nella nostra agenda, e rimangono un elemento della nostra strategia di crescita”.