Bruxelles – Brexit. E’ finita così, con l’impotente regina che firma una legge e la Gran Bretagna che tra pochi giorni sarà fuori dall’Unione europea. Il voto del Parlamento europeo atteso per la prossima settimana, dopo un passaggio in commissione Costituzionale questa sera, è puramente simbolico.
🇪🇺🇬🇧 Brexit withdrawal agreement to be tabled in @Europarl_EN plenary next week with a positive recommendation by @EPInstitutional MEPs pic.twitter.com/gVMYTzSCQz
— AFCO Committee Press (@EPInstitutional) January 23, 2020
Lo scriviamo con il cuore spezzato, ma l’Accordo di recesso, firmato tra Londra e Bruxelles oramai oltre un anno fa, dopo un burrascoso iter parlamentare è ora legge, e nulla potrà fermare questa separazione decisa unilateralmente al di là del Canale oramai quasi quattro anni fa, con il referendum del 23 giugno del 2016.
✅ European Union (Withdrawal Agreement) Bill has been given Royal Assent and is now an Act of Parliament. pic.twitter.com/WeFeB650wz
— Leader of the House of Commons (@CommonsLeader) January 23, 2020
“E’ crisi costituzionale”, ha lamentato oggi nella Camera dei Comuni il leader del partito scozzese SNP,hanno votato “no” a questo accordo, e che per la prima volta nella storia britannica si approva una legge contro la volontà di tutti i tre parlamenti. Ma a Londra l’allarme non fa presa, con i conservatori tronfi per la loro vittoria, i laburisti persi a cercare un leader e una linea, i liberali quasi scomparsi dal panorama parlamentare e una casa reale alle prese con beghe economiche tra parenti.
Ian Blackford, ricordando che i parlamenti di Galles, Irlanda e Scozia, tre delle quattro nazioni costitutive della Gran BretagnaBlackford ha sostenuto che è crisi anche perché quando la Scozia votò sull’indipendenza il governo centrale assicurò che in caso di sconfitta dei separatisti i cittadini scozzesi “avrebbero goduto di tutti i diritti di cittadini dell’Unione”, e invece ora si ritrovano fuori dall’UE, pur avendo votato contro la separazione.
Gli scozzesi preparano il terreno alla loro battaglia per un secondo referendum, dunque forse il tono può apparire eccessivo, quel che è certo è che la storia della Brexit per i britannici non finisce oggi (o, più precisamente, alle 23 del 31 gennaio), ma contraccolpi anche duri sono da attendersi nei prossimi mesi o anni.
The Brexit Bill has been given Royal Assent.
Watch the moment Deputy Speaker Nigel Evans announced it in the Commons ⬇️ pic.twitter.com/K9UQZIW8f1
— Department for Exiting the EU (@DExEUgov) January 23, 2020
AGGIORNAMENTO del 24 gennaio: Questa mattina anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e quello del Consiglio europeo Charles Michel hanno firmato il testo dell’accordo di recesso.
La plenaria del Parlamento europeo terrà una votazione sull’accordo il 29 gennaio. Una volta che il Parlamento europeo avrà dato il suo consenso, il Consiglio adotterà, mediante procedura scritta, la decisione relativa alla conclusione dell’accordo a nome dell’UE.
Today I signed the UK Withdrawal Agreement for the EU together with @vonderleyen
Things will inevitably change but our friendship will remain. We start a new chapter as partners and allies.
Hâte d’écrire ensemble cette nouvelle page. pic.twitter.com/a7zmGeBwZS
— Charles Michel (@eucopresident) January 24, 2020