Roma – Si chiama European union naval force ma tutti la conoscono come operazione Sophia. Messa in soffitta sulla spinta del governo Lega M5S, negli ultimi giorni si è tornato a parlarne, a Berlino per il pattugliamento in funzione anti-embargo delle armi dirette in Libia. In precedenza il controllo navale aveva anche compiti di contrasto ai trafficanti di uomini e di monitoraggio delle politiche migratorie.
Ed è stato questo il tema principale oggi al centro dei colloqui dei commissari alle Politiche migratorie Margaritis Schinas e agli affari Interni Ylva Johansson con i ministri degli esteri Luigi Di Maio, dell’Interno Luciana Lamorgese e delle Politiche europee Enzo Amendola.
Se le navi delle Marine degli Stati Membri dovranno anche sorvegliare i confini o solo evitare che arrivino armi ai due contendenti della guerra libica, è ancora incerto. I due aspetti però non sono slegati come ha ricordato l’agenzia Frontex pochi giorni fa, l’instabilità in nord africa e la crisi Iraq-Iran nel breve periodo metteranno a dura prova i confini europei. Il piano rilanciato dalla Commissione che prevede anche di rivedere la gestione delle politiche di asilo, riguarda non più solo “i paesi di primo ingresso”.
Il giro d’orizzonte dei due Commissari in visita oggi a Roma serviva anche a mettere i primi tasselli. Il ministro degli Esteri Di Maio, in vista del nuovo patto sulla questione migratoria, ha ricordato che “l’Italia è il Paese che ha dato di più in questi anni”. L’Italia, ha sottolineato, “rientra tra i 5 che hanno accolto più migranti in UE anche se le richieste di asilo sono più alte altrove e ciò dimostra che gran parte delle persone che sbarcano sulle nostre coste non hanno intenzione di restarci e vogliono poi andarsene nel Nord Europa”. La richiesta dell’Italia all’UE si completa con un intervento sui rimpatri, anche ricorrendo a Frontex, elaborando una lista di Paesi sicuri al fine di velocizzare le operazioni. Adesioni, secondo la Farnesina, da ricercare attraverso una politica di incentivi commerciali e di rilascio dei visti.
Il nuovo patto europeo per la migrazione che il Commissario Schinas presenterà nelle prossime settimane si regge su due pilastri della solidarietà e della responsabilità. Un approccio complessivo che non prevede solo la riforma del diritto d’asilo e i ricollocamenti, esigenza molto sentita dai paesi di primo ingresso come Italia, Grecia e Malta, e insieme quegli elementi di responsabilità chiesti dai Paesi del nord e dell’est Europa, rinforzando i confini esterni, avviando una vera politica di rimpatri e creando corridoi legali per migranti qualificati. Stando alle anticipazioni, nel suo nuovo mandato, Frontex avrà a disposizione strutture e staff permanenti e entro il 2027 potrà contare su 10 mila agenti, parte della nuova Guardia di confine e costiera europea.