Bruxelles – Le sostanze chimiche nocive per l’ambiente in Europa diminuiscono, ma sono sempre tornate ai livelli di 10 anni fa. Sono, in altre parole, ancora troppo presenti. A rilevarlo l’Eurostat, nei dati di fresca pubblicazione. Alla fine del 2018 si registravano nel territorio dell’UE 84,1 milioni di tonnellate di prodotti chimici classificati come “pericolose”. Un dato in calo rispetto ai livelli dell’anno precedente (85,4 milioni di tonnellate), ma il più alto dal 2011 (85,2).
Risultano invece aumentate di mezzo milione di tonnellate le sostanze classificate come fonte di “pericolo grave cronico” per l’ambiente: 25,8 milioni nel 2018 a fronte delle 25,2 milioni di tonnellate del 2017.
Dal 2012, poi, non si arresta la produzione di sostanze chimiche la cui natura pone “pericoli acuti significativi” per l’ambiente circostante. Il picco è stato raggiunto nel 2018 (8,4 milioni di tonnellate), in una tendenza che ha visto il comparto produrre sempre di più.
In totale, tra prodotti più o meno nocivi, sono in circolazione 118,3 milioni di tonnellate di sostanze chimiche nocive.
L’istituto di statistica europeo rileva che la ripresa della produzione di sostanze chimiche pericolose per l’ambiente è stata leggermente maggiore tra il 2015 e il 2017 rispetto all’aumento della produzione di sostanze chimiche pericolose per la salute (11% contro 6%). Un effetto della ripresina, probabilmente. Ma certo non un buona notizia per una Commissione impegnata alla transizione verso un modello produttivo sostenibile.