Bruxelles – Il Green Deal è per tutti, ma con i dovuti distinguo. Le risorse saranno distribuite agli Stati membri secondo le diverse necessità, e l’Italia ne ha meno di altri. Ciò non significa che il Paese non debba rivendicare ciò che più ritiene opportuno, ma va tenuto a mente che la strategia di sostenibilità della Commissione europea non è concepita in prima battuta per sostenere la trasformazione del tessuto produttivo tricolore. Così il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, spiega il Green Deal dell’esecutivo comunitario e sgombra il campo da ogni tipo di equivoco.
Il Just Transition Fund, lo strumento che dovrà finanziare la strategia green della Commissione con der Leyen, avrà 7,5 miliardi di euro di risorse fresche per generarne altre con effetto leva. Secondo prime stima all’Italia toccheranno meno di 400 milioni. “E’ chiaro che pensiamo si possa fare di più”, premette Gualtieri a margine dei lavori dell’Eurogruppo. Tuttavia, ricorda, “il fondo di transizione è destinato a chi sta più indietro in termini di transizione” verso modelli meno inquinanti, e quindi più orientato verso chi produce ricorrendo maggiormente e principalmente al carbone.
Come Italia “non stiamo più avanti” da questo punto di vista, e quindi spettano meno risorse. “Il fondo non è destinato principalmente a noi”, e dunque non dovrebbe sorprendere se alla fine all’Italia dovessero meno risorse di altri. Però, sottolinea il ministro dell’Economia, questo non significa che il Paese deve restare a guardare. “Dobbiamo fare in modo di poter accedere al fondo” e finanziare importanti opere, quali “l’Ilva” di Taranto.
Gualtieri ricorda poi che tutto il finanziamento del Green Deal è legato alla partita del nuovo bilancio comune (MFF 2021-2027). Più soldi ci saranno, più risorse saranno disponibili. “L’Italia vuole un MFF ambizioso, che possa sostenere la transizione”.