Bruxelles – Nel 2020 potrebbe riesplodere l’emergenza migratoria per l’Italia. Complici le forti instabilità in Libia, il traffico lungo la rotta del Mediterraneo centrale potrebbe riprendere. A lanciare l’allarme è Fabrice Leggeri, direttore esecutivo di Frontex, l’agenzia di guardia costiera e di frontiera europea. “Gli sviluppi in Libia sono un fattore importante, perché potrebbero avere un impatto sulla rotta”, dice facendo il punto della situazione in conferenza stampa.
A fine 2019 gli arrivi di migranti irregolari dalle coste del nord Africa verso Italia e Malta sono scesi stati 13.760, il 41% in meno in un anno, certificando la situazione meno problematica tra quelle esistenti. Ma tutto questo rischia di cambiare. Per quest’anno, a partire già “dalle prossime settimane”, nel quartier generale di Frontex “le tendenze che osserviamo adesso sono la pressione in Turchia, assieme agli sviluppi in Libia che vanno monitorati attentamente”, dice Leggeri. “Queste sono le nostre due analisi di rischio per il momento”.
Non c’è solo il rischio libico. E’ aumentato il numero di persone in arrivo dalla Turchia. L’accordo siglato tra l’UE e Ankara non funziona più? La questione è un’altra, è che in Medio Oriente tutti hanno chiuso frontiere e centri di accoglienza. “L’aumento del 46% degli attraversamenti irregolari delle frontiere Schengen lungo la rotta del Mediterraneo centrale dipende dalla situazione fragile in Siria, dalle minori opportunità di lavoro in Iran, politiche più restrittive di ingresso in Arabia Saudita”. Chi cerca sicurezza e una vita migliore non può che farlo verso Europa, e la Turchia “è sotto pressione”. Oltretutto l’accordo tra Bruxelles e Ankara riguarda i siriani, mentre aumenta il numero di afghani.
Leggeri resta a guardare, non senza richieste alla politica. Domenica l’attesa conferenza di Berlino che metterà attorno al tavolo tutti gli attori impegnati nella soluzione del conflitto libico. Quello potrà essere la base di un’eventuale nuova cooperazione internazionale. “Ci piacerebbe operare in Libia, un giorno”, ammette il direttore esecutivo di Frontex. “Ma serve un accordo tra EU e Libia, oltre alle giuste condizioni di sicurezza, alle giuste condizioni politiche e al rispetto dei diritti umani”.