Bruxelles – Dall’adozione di mezzi di trasporto più ecologici alla riduzione dei consumi in casa: quanto si impegnano i cittadini europei nella lotta ai cambiamenti climatici? A quanto pare molto, ma meno, in certi casi, di Cina e Stati Uniti. E l’Italia è tra i paesi più virtuosi nell’utilizzare sempre meno plastica. È quanto emerso da un’indagine sul clima condotta dalla Banca europea per gli investimenti (BEI), realizzata in collaborazione alla società di ricerche di mercato BVA.
I dati raccolti dalla BEI mettono a confronto gli stili di vita green dei cittadini europei con quelli di Stati Uniti e Cina. Per quanto riguarda i consumi e gli investimenti attenti al clima, gli intervistati in Europa e negli Stati Uniti risultano meno propensi rispetto alle controparti cinesi a impegnarsi: l’86 per cento della popolazione cinese afferma di voler investire in fondi verdi nel 2020 rispetto al 56 per cento negli Stati Uniti e al 52 per cento in Europa. L’UE è il fanalino di coda, trascinata soprattutto dai paesi dell’Est Europa, in particolare gli Stati baltici, che sono i meno propensi a boicottare prodotti fortemente inquinanti.
E l’Italia? A quanto risulta, è tra i più disposti a modificare il proprio stile di vita per combattere i cambiamenti climatici: il 77 per cento degli intervistati prevede di volare di meno proprio per combattere i cambiamenti climatici. Ma l’ambizione del paese si osserva soprattutto quando si parla di rifiuti: il 97 per cento degli italiani ha smesso o ridotto il proprio uso di plastica; più nello specifico il 94 per cento degli italiani afferma di voler interrompere l’acquisto di bottiglie di plastica, il 97 per cento desidera smettere di usare i sacchetti di plastica e il 96 per cento intende acquistare meno prodotti avvolti in plastica.
Che il cambiamento climatico sia in cima alla lista delle priorità per la nuova Commissione è cosa nota. E nella strategia verde del governo europeo proprio la BEI rappresenta un punto fermo, specialmente dopo l’adozione di una nuova politica di prestito di energia svincolata dalle fossili e del peso che eserciterà nel sostegno finanziario al Green Deal di von der Leyen. Non è nuovo neanche l’interesse dell’Italia alla problematica ambientale: secondo un sondaggio, commissionato dal think-tank European Council on Foreign Relations (ECFR), che ha coinvolto 60mila cittadini europei in quattordici Paesi a ridosso del summit di New York (23 settembre 2019), si evidenziava già che il 74 per cento degli italiani era pronto “a rendere il cambiamento climatico una priorità assoluta della propria politica”.
Le azioni per il clima passano soprattutto attraverso la mobilità green. Il 64 per cento degli europei sembra pronto a optare per il trasporto pubblico a fini ambientali rispetto alla guida. In confronto, il 93 per cento dei cittadini cinesi e solo il 49 per cento degli americani afferma di aver già optato per questo comportamento. La Cina è in testa anche per quanto riguarda l’acquisto di auto elettriche (26 per cento), mentre solo il 3 per cento degli europei e il 5 per cento degli americani afferma di aver già sostituito la propria auto con un modello elettrico.
Tra le missioni della Commissione per un trasporto sostenibile c’è la volontà di dimezzare entro il 2030 nei trasporti urbani l’uso delle autovetture “alimentate con carburanti tradizionali” ed eliminarlo del tutto nelle città entro il 2050. Bruxelles punta a conseguire nelle principali città un sistema di logistica urbana a zero emissioni di CO2 entro il 2030.
Curioso che in Polonia – ovvero l’unico paese a chiamarsi fuori dall’obiettivo di un continente climaticamente neutro al 2050 – la popolazione risulta disposta ad adattare il proprio stile di vita per minimizzare gli effetti del cambiamento climatico: il 73 per cento dei polacchi intende scegliere il trasporto pubblico a fini ambientali, mentre il 69 per cento degli intervistati afferma di riscaldare meno la propria casa in inverno per motivi ambientali (un ulteriore 8 per cento della popolazione intende farlo).
Altro discorso per il trasporto aereo. Secondo l’indagine il 36 per cento degli europei afferma di volare già meno per le vacanze per combattere i cambiamenti climatici, mentre il 75 per cento degli europei intende farlo nel 2020. In Cina la cifra arriva addirittura al 94 per cento, ma si arresta al 69 per cento negli Stati Uniti d’America. Secondo i dati, sono in particolare Croazia, Slovacchia e Germania i paesi più impegnati a volare di meno e viaggiare di più in treno.