Bruxelles – Le sanzioni sono un’opzione, ma non adesso. Per adesso, in relazione alll’aereo ucraino precipitato mercoledì (8 gennaio) a Teheran, la Commissione europea chiede un’indagine “credibile e indipendente, in linea con le regole internazionali” ICAO (Organizzazione internazionale dell’aviazione civile). Lo sottolinea il portavoce della Commissione, Stefan de Keersmaecker, in occasione del consueto incontro con la stampa. A Bruxelles come nelle altre capitali europee in molti temono che l’aereo ucraino sui viaggiavano 176 persone, 63 delle quali canadesi, sia stato abbattuto da un missile iraniano. L’Esecutivo comunitario è ancora in attesa di valutare i risultati delle indagini in corso, prosegue il portavoce, ma ribadisce che la Commissione europea intende fornire “l’assistenza necessaria alle autorità che stanno svolgendo le indagini”.
Intanto il ministro degli Esteri dei Paesi Bassi, Stef Blok, fa sapere che l’Aja ha dato piena disponibilità al Canada per lavorare all’accertamento della cause del disastro aereo. In Consiglio gli Stati membri riunitisi d’urgenza per affrontare le questioni libica e iraniana, hanno tutti quanti sottolineato la necessità di una inchiesta internazionale “indipendente” che faccia luce sull’accaduto. Nessuno parla di sanzioni, ma si lascia intendere che non potranno essere escluse se le cose dovessero svilupparsi in modo negativo.
“Tutto dipenderà dal risultato dell’inchiesta e da come le autorità iraniane reagiranno a tale esito”, dice Blok. “L’importante però adesso è un accertamento che faccia chiarezza”. Stessa linea espressa anche dall’austriaco Alexander Schallenberg. “Non chiuderemo gli occhi”, ma parlare di sanzioni in questo momento è prematuro. “Occorre prima raccogliere informazioni e capire meglio cosa è successo”.