Bruxelles – Una persona eletta al Parlamento europeo acquisisce lo status di membro di quell’istituzione al momento della dichiarazione ufficiale dei risultati e gode, da quel momento, delle immunità associate a quello status, e dunque doveva essere liberato in attesa di una deliberazione del Parlamento stesso in seguito ad una richiesta della magistratura. Lo ha stabilito la Corte di Giustizia dell’Unione europea, sentenziando nella causa (promossa in via pregiudiziale dalla giustizia spagnola) sul ricorso presentato in Spagna da Oriol Junqueras i Vies, già vice presidente della Catalogna, che, da detenuto al tempo in attesa di giudizio, era stato eletto deputato europeo nelle elezioni del maggio scorso ma non era stato autorizzato dalla Corte suprema spagnola a lasciare il carcere per partecipare alla seduta inaugurale del Parlamento.
#ECJ: a person elected to the #EP acquires the status of MEP at the time of the official declaration of the results and enjoys, form that time, the immunities attached to that status + EMBEDED PRESS RELEASE #Junqueras @junqueras
https://t.co/BXuldkaxWx pic.twitter.com/8cwK3yQP44— EU Court of Justice (@EUCourtPress) December 19, 2019
La Corte ha osservato che, nonostante la procedura elettorale e la dichiarazione dei risultati sono, in linea di principio, regolati dalla legge degli Stati membri, conformemente agli articoli 8 e 12 della legge elettorale del 1976, l’elezione diretta dei membri del Parlamento europeo a suffragio universale in una votazione libera e segreta costituisce un’espressione del principio costituzionale di democrazia rappresentativa, il cui ambito di applicazione è definito dal diritto dell’UE stesso. Discende dai trattati e dalla legge elettorale del 1976 che lo status di membro del Parlamento europeo nasce direttamente dall’elezione della persona interessata e viene acquisito in virtù della dichiarazione ufficiale di tali risultati da parte degli Stati membri. Inoltre, ne consegue, in base all’articolo 343 del TFUE che l’Unione europea, e quindi le sue istituzioni e i loro membri, devono godere le immunità necessarie per lo svolgimento dei loro compiti.
In secondo luogo, la Corte ha ritenuto che persone che come Junqueras Vies sono deputati eletti al Parlamento europeo godono, dal momento in cui i risultati sono dichiarati, dell’immunità per quanto riguarda i viaggi, tutela che è collegata al loro status di membro e previsto dall’articolo 9, secondo comma, del protocollo sui privilegi e sulle immunità dell’Unione europea. Lo scopo di questa immunità è di consentire a tali persone, tra l’altro, di viaggiare e partecipare alla sessione inaugurale del neoeletto Parlamento europeo.
L’immunità per quanto riguarda i viaggi – insiste la Corte in una nota esplicativa – si applica ai membri del Parlamento quando si recano nel luogo di incontro dell’Eurocamera, inclusa la seduta inaugurale.
Al momento delle elezioni del 26 maggio, Junqueras era in carcerazione preventiva nel contesto di un procedimento penale avviato contro di lui per la sua partecipazione all’organizzazione del referendum sull’autodeterminazione della Catalogna tenutosi il primo ottobre 2017. Dopo l’elezione Junqueras aveva chiesto di poter essere liberato per partecipare alla seduta inaugurale del Parlamento europeo, ma la Corte suprema spagnola gli negò questo diritto. Successivamente, il 14 ottobre 2019, il politico catalano è stato condannato a una pena detentiva di 13 anni e, per quello stesso periodo, all’interdizione dai pubblici uffici.
“La giustizia arriva dall’Europa. Sono stati violati i nostri diritti e quelli dei due milioni di cittadini che ci hanno votato. Nullità della sentenza e libertà per tutti. Continuiamo come abbiamo fatto”, scrivono nell’account Twitter di Junqueras le persone del suo staff.
https://twitter.com/junqueras/status/1207595683970199552
Infine, la Corte ha dichiarato, in terzo luogo, che l’immunità per quanto riguarda i viaggi concessa a tutti i membri del Parlamento europeo comporta la revoca di qualsiasi misura di detenzione provvisoria imposta prima della dichiarazione di elezione, al fine di consentire a quella persona di recarsi e prendere parte alla sessione inaugurale del Parlamento europeo. Di conseguenza, se il giudice nazionale competente ritiene che la misura debba essere mantenuta, deve richiedere al più presto al Parlamento europeo di revocare tale immunità, sulla base dell’articolo 9, terzo comma, del protocollo.
Non è chiaro, al momento se la sentenza implica che ora Junqueras debba necessariamente lasciare la prigione. “Paradossalmente – scrive però El Pais – , chi può beneficiare maggiormente della sentenza è il suo rivale politico, Carles Puigdemont, e l’ex consigliere Toni Comín, entrambi fuggiti dalla giustizia spagnola e riparati in Belgio”. I motivi elencati dal quotidiano spagnolo sono due: nessuno dei due dopo l’elezione a Strasburgo è stato in grado di accedere al proprio seggio poiché non hanno giurato sulla Costituzione (non potendo rientrare in Spagna, ndr), quindi questa sentenza apre loro una strada”, dato che il diventare deputato europeo è giudicato automatico e senza l’obbligo di alcuna formalità, con la proclamazione dei risultati. Il secondo motivo è che per i due pende un ordine di estradizione che ora dovrà essere esaminato dalle autorità belghe e spagnole alla luce dell’immunità.