Bruxelles – Continuare la ricerca unendo le forze a livello globale, ma con forti presenze locali, per un’agricoltura sostenibile. Questi sono gli obiettivi di Corteva Agriscience, il colosso della ricerca nato sei mesi fa dalla fusione di Dow, DuPont e Pioneer.
In questa intervista Paolo Barbieri, Business Director Sud Europa di Corteva Agriscience, a margine della sesta edizione di “How Can We Govern Europe?” che si è svolto a Roma, il 5 e 6 dicembre 2019 spiega che “dopo sei mesi il bilancio è senz’altro positivo. Noi vogliamo un’agricoltura più sostenibile – spiega – ed è una grossa sfida che richiede un forte investimento in ricerca e sviluppo”. Per questo è nata questa aggregazione di società, ricorda Barbieri, “per aumentare gli investimenti e trovare soluzioni”.
“Siamo globali – ci tiene a sottolineare il manager di Corteva – ma caratterizzati da forti presenze locali, in un mercato nel quale, comunque, c’è spazio per tutti”.
Durante l’evento si è a lungo discusso del tema della proprietà dei dati che vengono rilevati durante l’attività di consulenza di Corteva, che utilizza anche dati satellitari e da droni. “Tutte le soluzioni – garantisce Barbieri – sono prese nel rispetto delle normative europee ed italiane, e i dati appartengono all’agricoltore. Si possono utilizzare solo con la sua autorizzazione”. Secondo il manager è però necessario “rispettare le regole ma non esitare nell’utilizzare i dati al fine del miglioramento produttivo”.
Corteva, sottolinea Barbieri, “è aperta alla collaborazione” con altre realtà, “ad esempio lavorare con Google aiuterà a progredire, ma non toglie valore aggiunto alle nostre imprese”.