Bruxelles – Le concessioni sul patto per il clima possono attendere. Promemoria: ridurre il debito e fare le riforme. La Commissione europea riserva all’Italia una vera e propria doccia gelata. Presentando il pacchetto autunnale del semestre europeo, l’insieme di rapporti sulla situazione attuale e contenenti le indicazioni sulle cose da fare per migliorarla, non c’è nessuna indicazione sulla possibilità di escludere dal calcolo di deficit e debito gli investimenti sostenuti per attuare il ‘Green Deal’, il vasto programma di lavoro dell’esecutivo comunitario per i prossimi cinque anni.
“Verrà avviata una riflessione sulla revisione delle regole” di bilancio europeo, ricorda il vicepresidente esecutivo per un’Economia al servizio delle persone Valdis Dombrovskis. Ma non sarà un esercizio da poco. Ognuno ha idee diverse su come le regole dovrebbero essere. “Mi aspetto una discussione vivace”, e che proprio per questo richiederà tempo. Almeno un anno.
La Commissione intende procedere ad una proposta di revisione dopo una consultazione con gli Stati, “alla fine del primo semestre del 2020, anzi diciamo 2020 per restare prudenti”, aggiunge Paolo Gentiloni, commissario all’Economia. L’Intenzione è presentare una comunicazione su questo già il 25 gennaio. Ma la comunicazione è per sua natura un documento privo di natura giuridica e privo di natura vincolante. E’ un documento che serve ad avviare un dibattito che si annuncia lungo. “Il dibattito si terrà sulla base di questa nostra comunicazione”. Questo implica che di concessioni, nemmeno l’ombra per tutto il prossimo anno.
Nel mentre l’Italia dovrà continuare a fare i compiti a casa. “La buona notizia di oggi è che non abbiamo avviato nessuna analisi approfondita”, dice ancora Gentiloni. Si tratta della messa sotto osservazione dei Paesi con squilibri economici ritenuti eccessivi. Per l’Italia il procedimento è in corso, e in primavera potrebbe arrivare la stangata. Nei documenti diffusi dalla Commissione si legge che il debito pubblico è rimasto invariato in Francia e aumentato a Cipro, in Grecia e in Italia. “Sebbene ciò sia stato in alcuni casi dovuto a rettifiche del flusso di titoli in aumento del debito eccezionalmente elevate, ciò riflette una mancanza di consolidamento fiscale”. E’ stato in sostanza fatto poco o niente, e questo basta per prendere provvedimenti.
Gentiloni, del resto è chiaro. “Permangono criticità, e resta la necessità di monitoraggio”. Cosa significa? Attenersi alle regole, finché queste non vengono cambiate. “Le politiche fiscali devono essere sostenibili e in linea con le norme concordate”, gli fa eco Dombrovskis, che aggiunge: “Ridurre il debito creerà fiducia nell’economia e renderà gli Stati più a prova di choc”.
E poi le riforme. La Commissione è dell’idea che “un migliore coordinamento e attuazione delle riforme strutturali, in particolare quelle prescritte nelle raccomandazioni specifiche per paese, possono creare ricadute positive in tutti gli Stati membri”. Nessuna scusa e nessun indugio. L’Italia faccia ciò che deve. Poi per gli investimenti verdi si vedrà. “Intanto è importante che sia stata acquisita la priorità alla crescita e agli investimenti verdi”.