Bruxelles – E’ un risveglio trionfante per i conservatori, “una nuova alba” per il Regno Unito. Così il premier britannico Boris Johnson commenta la schiacciante vittoria elettorale di ieri, con un eco alle parole che l’ex primo ministro laburista Tony Blair conclamò quando prese le redini del paese nel 1997. Non ci sono più ostacoli per il leader dei Tories, la Brexit si farà “senza se, senza ma, senza forse”, e un grazie particolare, sostiene Johnson, va a tutti gli elettori laburisti che hanno deciso di schierarsi con i conservatori, sostenendo “un governo popolare”, dando “fiducia” al premier.
La vittoria storica di Johnson (che ha conquistato 364 seggi con la maggioranza assoluta posta a 326) delinea i rapporti futuri tra Regno Unito e Unione Europea e il premier britannico ha detto che porterà l’accordo sulla Brexit In Parlamento settimana prossima. “Questo governo conservatore ha il forte mandato di portare a termine la Brexit, non solo, dobbiamo mantenere il paese unito e portarlo avanti”.
L’esito elettorale britannico rende, tutto sommato, la vita a Bruxelles più facile; l’ipotetica vittoria di Corbyn avrebbe riaperto sicuramente i giochi, portando sul tavolo un nuovo referendum per l’uscita del Regno Unito dall’UE. Ne è consapevole anche il presidente del Consiglio UE, Charles Michel, che oggi discuterà al Summit UE con i capi di stato europei il risultato di ieri. “Un messaggio forte arriva dal Regno Unito”, sostiene Michel, che aggiunge: “Ci aspettiamo al più presto un voto dal Parlamento britannico sull’accordo di uscita, è importante fare subito chiarezza. L’UE porterà avanti i negoziati in modo da assicurarsi che in futuro ci sia una cooperazione stretta con il Regno Unito. L’integrità del mercato singolo è fondamentale per noi”.
“Non dobbiamo ricostruire una relazione, questa non è una fine, ma l’inizio di una nuova relazione che sarà molto speciale e molto stretta”, ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che al termine dei lavori del summit dei leader ha poi precisato: “Lavoriamo per relazioni che abbiano zero tariffe, zero quote e zero dumping”. Ma occorrerà mettersi subito al lavoro per avere un accordo sulle relazioni future che possa soddisfare entrambe le parti. “Il tempo stringe, abbiamo 11 mesi per negoziare molti capitoli”. Ma la precondizione resta quella dell’addio. “Ci aspettiamo che il Parlamento di Londra ratifichi l’accordo di uscita quanto prima”, le parole di Michel al termine del Consiglio.
“Penso che sia positivo che abbiamo un risultato chiaro”, ha detto il premier irlandese Leo Varadkar. “Ora abbiamo una chiara maggioranza alla Camera dei Comuni per ratificare l’accordo di recesso, il prossimo passo è quello di ratificare quell’accordo che garantisce che non ci sia nessun confine rigido tra nord e sud dell’Irlanda, e garantisce la protezione dei cittadini”.
David Sassoli, presidente del Parlamento europeo, ora si aspetta “che il nuovo parlamento di Westminster approvi in fretta l’accordo con la UE per una Brexit ordinata entro il 31 gennaio del 2020. Dopo l’approvazione del Parlamento britannico dell’accordo con la UE sarà il Parlamento Europeo ad esprimere il suo voto a gennaio”.
“Saremo vigili -continua il Presidente dell’Europarlamento- sull’attuazione degli accordi, in particolare per quanto riguarda i diritti dei cittadini dell’UE che vivono nel Regno Unito e di quelli del Regno Unito che si trovano in altri Stati membri. Il Parlamento Europeo auspica -conclude David Sassoli- relazioni future molto strette tra Unione europea e Regno Unito e continuerà ad agire in modo responsabile durante la nuova fase negoziale, nel rispetto dei valori fondanti e dei principi della nostra Unione e in ferma difesa degli interessi dei cittadini e degli Stati europei”.
E’ soddisfatto anche il prossimo presidente di turno dell’UE, il premier croato Andrej Plenkovic: “Finalmente abbiamo un po’ di chiarezza per quanto riguarda il futuro dell’UE. Dopo l’entrata in carica del nuovo Parlamento, proseguiremo il processo Brexit. Dopo il 31 gennaio, il Regno Unito sarà probabilmente al di fuori dell’UE”.