Bruxelles – Qualunque logo evochi il simbolo della marijuana non può, allo stato del diritto, essere registrato come marchio dell’Unione Europea. La decisione è stata presa oggi dal Tribunale dell’UE in seguito al ricorso presentato dalla signora Santa Conte, di Napoli che aveva tentato di registrare l’icona della cannabis come marchio dell’UE per un’attività legata alla vendita e la fornitura di prodotti alimentari e bevande. Tale domanda era stata già bocciata dall’Ufficio dell’Unione Europea per la proprietà intellettuale (EUIPO) nel 2016.
Questo era il simbolo che la signora Conte tentò di far approvare per promuovere la sua attività. Il Tribunale dell’UE conferma la decisione passata dell’EUIPO; in sostanza il testo della sentenza evidenzia che la rappresentazione stilizzata della foglia di cannabis, in quanto “costituisce il simbolo mediatico della marijuana”, unita alla parola “Amsterdam” rimandasse al fatto che nella capitale olandese siano presenti, legalmente, numerosi punti vendita della sostanza stupefacente. Non solo, l’indicazione della parola “store”, ha come effetto che il pubblico possa aspettarsi che i prodotti e i servizi commercializzati con tale segno corrispondano a quelli offerti da un negozio di sostanze stupefacenti, sostiene nuovamente il testo della sentenza.
Per questo motivo è proprio “per la combinazione di tali diversi elementi che il segno in questione attira l’attenzione dei consumatori, che non sono necessariamente in possesso di conoscenze scientifiche o tecniche precise sulla cannabis quale sostanza stupefacente, illegale in numerosi paesi dell’Unione”.
C’è inoltre una questione di ordine pubblico a bocciare il ricorso della signora Conte. Secondo il tribunale dell’UE, assecondato già in precedenza dall’EUIPO, il marchio in questione fa riferimento al fatto che tali prodotti contengano sostanze stupefacenti e illegali in Italia, in più il simbolo incita “implicitamente, ma necessariamente”, al consumo.